Visto dall’Italia: 50 anni fa l’allunaggio
Tra i benaltristi italiani (quelli che ti spiegano che ci vuole ben altro) c’è ancora chi giura che l’allunaggio è stata tutta un’invenzione degli americani.
Esattamente dopo 50 anni da quando il primo uomo ha posato i piedi sulla Luna soprattutto sul web i complotti aumentano.
La Rai celebrerà l’evento con dirette e collegamenti sia alla radio che in televisione. Molto giornali cartacei hanno preparato speciali. Riviste scientifiche hanno prodotto per l’occasione decine di pagine in cui si cerca di raccontare cosa è avvenuto e perché tutto è stato smantellato da gruppi di complottisti bene organizzati che ci guadagnano anche un bel po’ tirando fuori strane storie di alieni e guerre fredde e calde. Correla l’anno 1969 e quel 20 luglio Neil Armstrong arrivava sul suolo lunare, e tutto il mondo era inchiodato alla televisione per vedere cosa stava accadendo. Io avevo 4 anni ma ricordo bene la faccia di Tito Stagno in tv ed i collegamenti con Ruggero Orlando in collegamento da New York. Un momento storico. Che in tanti si sono preparati a celebrare per come merita questa straordinaria occasione. Sullarete è ancora possibile vedere cosa è accaduto su www.apollorealtime.org . E’ possibile seguire la missione in tempo reale sincronizzato o in differita. Nonostante questo sui social c’è chi esprime forti dubbi e fa proseliti.
Era stato Andrea Barbato ad aprire la tramissione con grande emozione e cercando di coinvolgere al massimo gli spettatori: “ Quelle che stiamo per vivere tutti insieme gli abitanti della Terra sono, forse, le ore più importanti di questo secolo. L’uomo sta per violare il primo mistero dell’universo, sta per compiere la prima tappa nell’esplorazione del cosmo, sta per conquistare la Luna. […] È un evento, questo, che invita il cronista alla prudenza e alla modestia. Stasera siamo tutti spettatori. […] All’evento eccezionale di questa che potremmo definire un’odissea tecnologica verso l’ignoto ci prepariamo con una trasmissione televisiva fuori dal comune. Da adesso e fino a domani sera, quando – come tutti ci auguriamo – gli esploratori lunari ripartiranno, imboccheranno la strada del ritorno, seguiremo istante per istante la conquista della Luna… Le immagini che riceveremo in ore diverse durante queste 25 ore sono quelle che gli astronauti potranno o vorranno inviarci da questa distanza di 400mila km. […] Vedremo domattina, alle prime luci del nostro giorno (e sarà questo l’appuntamento più importante), vedremo – dicevo – nelle dimensioni domestiche, familiari del nostro televisore, insieme a un pubblico di oltre un miliardo di uomini, i primi incerti passi che un uomo – un uomo come noi – abbia mai compiuto fuori dalla terra, fuori dal suo ambiente naturale, su un altro corpo celeste. Seguiremo i loro esperimenti. Infine assisteremo con trepidazione alla difficile fase della partenza e dell’inizio del viaggio di ritorno. Sarà una lunga attesa… Un’attesa, questa, alla quale ci dobbiamo preparare con pazienza e durante la quale possiamo discutere tra noi e ricavare insegnamenti da questi istanti storici. Vorremmo che questa domenica di luglio e soprattutto il lunedì, il giorno della Luna, che è domani, fossero per tutti noi anche un’occasione per un incontro col pubblico sparso in tutta l’Italia. Vorremmo riuscire, insomma, a comporre con voi una trasmissione che mostri anche gli Italiani e i loro sentimenti dinanzi al più grande evento scientifico del Novecento.
Accanto a me, Tito Stagno, Piero Forcella e Lello Bersani racconteranno questa cronaca straordinaria. Siamo collegati con tre studi, oltre allo studio centrale di Roma, e cioè con Milano, Napoli e Torino. Ci collegheremo anche con Firenze, che è la culla dell’osservazione lunare. Da Houston nel Texas e da New York, i nostri corrispondenti ci invieranno continue notizie e aggiornamenti sulle fasi del volo. Saremo collegati con corrispondenti e inviati a Londra, a Parigi, a Bonn, a Madrid, a Hong Kong, nel Perù e a Mosca. Il pubblico potrà telefonare – come spiegheremo tra poco – da qualunque parte d’Italia ai nostri esperti, mentre in questo stesso momento squadre di operatori e di giornalisti raccolgono le impressioni, che ci trasmetteranno durante la notte, degli Italiani raccolti dinanzi alla televisione nelle varie città e regioni. Giornalisti e tecnici sono già al lavoro accanto a me, sebbene non li vediate, e i tecnici di Telespazio sono pronti a raccogliere le immagini della Luna ritrasmesse dai satelliti artificiali. Saluto, dunque, a nome di tutti il vastissimo pubblico di oggi e di domani, gli esperti che ci aiuteranno e gli invitati che hanno preso già posto in questo studio”.
E in queste poche righe si riassume non soltanto la grandezza del momento ma anche tutto quello che la nostra televisione pubblica era riuscita a mettere in piedi per far conoscere all’Italia un’impresa senza precedenti. Eppure nonostante tutto ancora oggi c’è chi pensa che è stata tutta una grande fiction. Una farsa per compiacere gli americani e per fare loro da sponda. Qualche anno fa a Firenze ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Tito Stagno. 89 anni festeggiato lo scorso gennaio , è lui la voce della luna. Un giornalista vecchio stile nato nel nel 1930, come Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, come lui stesso ricorda. Per tutto il tempo abbiamo parlato della luna. Di quelle ore. Noi siamo cresciuti ricordando quel collegamento straordinario in bianco e nero. Oggi un video su Youtube della storica diretta totalizza oltre 400 mila visualizzazioni, ma ce ne sono tanti altri, ad esempio quelli dell’Apollo 11 non vanno sotto le 200 mila. I giovani si cibano attraverso la rete per comprendere cosa è successo. A quelli della nostra generazione l’ha raccontato la tv. A loro, i Millenials, ci ha pensato la rete. Ed anche qui va rifatto il ragionamento sull’uso consapevole. Un argomento forte come quello dell’allunaggio rischia di diventare debole se narrato attraverso immagini poco forti e commenti poco credibili. La nostra società vive dell’impatto emozionale dell’immagine. E quindi rivedere l’uomo che sbarca sulla luna col sottofondo della voce di Tito Stagno può far presa su un teen ager ma il percorso deve essere guidato, comprensibile, spiegato.
Questo per dire che un evento storico ed indelebile come l’allunaggio deve essere diffuso attraverso i social cercando di zigzagare tra le tante fake news diffuse, i tanti complotti esposti e i continui tentativi di smontare un pezzo di storia della nostra umanità a cui tutti siamo emotivamente legati.
Perché anche i social network, dove trovate di tutto sull’allunaggio, nell’era del cattivismo e degli heaters riescono a far breccia nei cuori e a conquistare le anime. Quegli uomini che posarono il loro piede sulla luna sono ancora oggi degli influencer eccezionali. Così come lo sono i giornalisti che hanno raccontato quell’evento incredibilmente forte. L’emozione che sui social vince sulle bufale , sulla cattiveria, sulle tante verità circolate prima attraverso i media tradizionali e poi attraverso i le nuove tecnologie. Non mi sono soffermato sulla luna perché parlare del fascino che esercita su di noi è impossibile. Però è proprio la forza straripante della luna che è servita anche sui social a far vivere l’allunaggio alle nuove generazioni senza pregiudizi e cattiveria. Quegli uomini che sono arrivati sulla luna e gli altri che ci hanno raccontato come hanno fatto ancora oggi raccolgono tanti sentimenti di ammirazione, giustamente.
Perché la luna è qualcosa che un po’ ci appartiene. Come diceva Albert Einstein: “mi piace pensare che la luna sia lì anche se non la guardo” .
Che meraviglia…la luna…
Francesco Pira
“Il potere è fare le cose per gli altri”. Questa frase scritta nella piccola sacrestia di un prete cristiano caldeo a Bagdad è quella che mi ha sempre accompagnato nelle mie esperienze umane e professionali. Amo leggere, scrivere, ma soprattutto quando posso narrare. Mi piace, come sosteneva Enzo Biagi, raccontare storie di persone comuni. Scrivo da quando avevo 14 anni. Fin da giovane ho coltivato la passione del giornalismo. Oggi insegno, nell’ambito della sociologia, comunicazione istituzionale e teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università di Messina. I miei territori di ricerca comunicazione e giornalismo con focus costanti sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie, la comunicazione politica, sociale e pubblica. Sono un siciliano che ama il “lato giusto” della Sicilia. Vivo con il sogno prima o poi di trasferirmi negli Stati Uniti.