È il tema su cui si sviluppa «Virus, comunicazione e politica», il libro di Domenico Bonaventura appena uscito per Aracne Editrice (2021, 176 pp, € 13) e disponibile sul sito della Casa e sulle maggiori piattaforme di vendita di libri online (Amazon, Libreria Universitaria, Libro Co, Ippogrifo, Goodbook).
L’autore, giornalista e consulente per la comunicazione politico-elettorale, analizza questi 93 giorni scegliendo di mettere sotto i riflettori sei leader politici: Conte, Renzi, Salvini, De Luca, Berlusconi, Meloni. Ne viviseziona le strategie e le tecniche di comunicazione, l’utilizzo più o meno accelerato dei social, le uscite sulla stampa, le ospitate in tv, la narrazione scelta per arrivare ai cittadini. E i risultati che ottengono in termini di consenso personale e di consenso al partito.
Quello considerato è un periodo che stravolge la vita del mondo, ed è chiaro che anche il modo di comunicare la politica ne esca completamente cambiato. Il popolo si stringe intorno alle istituzioni e a volte è l’istituzione che si fa politica, come nel caso del presidente del Consiglio, incalzato (già allora) da un Renzi che le prova tutte per cercare di distinguersi dalla sua stessa maggioranza. Se un leader come Salvini risente grandemente del cambio di agenda e della necessità di modificare l’approccio col suo popol, conquista invece la ribalta nazionale Vincenzo De Luca, che fa della durezza di azione e di linguaggio la propria cifra comunicativa. Accanto a loro, Silvio Berlusconi sceglie ostentatamente la strada della responsabilità e della collaborazione istituzionale, mentre Giorgia Meloni mette sul tavolo una strategia che sembra pagare.
Avvalendosi dei contributi di Francesco Di Costanzo (presidente di PA Social), Livio Gigliuto (vicepresidente di Istituto Piepoli) e Michele Zizza (Phd in Strategic Communication – Coris La Sapienza), di un’intervista ad Alessio Postiglione (portavoce del sottosegretario al Mibact) e dei dati di Data Media Hub, l’autore scatta un’istantanea dei mutamenti che il mondo della comunicazione politica conosce in 93 giorni di passione.
Un’analisi approfondita delle tecniche con cui la politica comunica sé stessa nel periodo del lockdown, con un accento sui social: determinanti più che mai nel consentire un rapporto tra leader e seguaci (il caso Conte è emblematico), portano però anche a un divaricamento ulteriore del fenomeno della disintermediazione.
Un fermo immagine di un momento storico, insomma, che segnerà l’avvenire. Della politica e della comunicazione che la racconta.
Domenico Bonaventura avellinese, vive e lavora tra Lacedonia, in Alta Irpinia, dov’è cresciuto, e Roma. Italiano e meridionale fiero e critico, con una passione rovente per il calcio, la politica e le parole. Ha collaborato per nove anni con «Il Mattino» di Napoli. Scrive per diverse testate (Restoalsud.it, Eurocomunicazione.com). Cura un blog su «Il Riformista» ed è fondatore di Velocitamedia.it. Ha lavorato come consulente per la comunicazione per istituzioni, manifestazioni culturali, enti museali e campagne elettorali. Nel 2013 ha pubblicato “Parole e crisi politica” (Ilmiolibro.it).
Francesco Pira