I tre, interrogati dal gip del Tribunale di Agrigento, avrebbero negato ogni tipo di responsabilità. L’inchiesta è stata coordinata dai Pm della Dda di Palermo Calogero Ferrara, Claudio Camilleri, Renza Cescon e Gaspare Spedale. Secondo l’accusa i tre sarebbero di responsabili di violenze e vere e proprie torture. Racconti choc da parte di alcuni migranti che avrebbero vissuto momenti da vero “incubo” nell’ex base militare “Casa Bianca” a Sabratah in Libia prima del “viaggio della speranza” verso l’Italia.
Dopo un’ampia attività svolta dalla Polizia di Stato, alcuni dei migranti hanno parlato di violenze, omicidi, torture con benzina, ferri roventi sulla pelle e estorsioni. Ipotesi di reati aggravati dalla transnazionalità del reato, dalla disponibilità di armi, dal numero di associati superiore a dieci, dall’aver agito per futili motivi, dall’aver adoperato sevizie ed agito con crudeltà, dall’aver cagionato la morte in conseguenza di altro reato.