Il presidente americano Donald Trump ha già annunciato che non tollererà rappresaglie ai provvedimenti americani, e che avrebbe già pronto un ulteriore piano da 450 miliardi di dollari contro l’import cinese. Un provvedimento al quale questa volta Pechino non avrebbe la forza di reagire solo con il blocco delle merci americane, che al massimo arrivano a 130 miliardi di dollari.
Nel mirino di Washington una vasta gamma di prodotti Made in China, in particolare del settore Hi-tech, come computer, smartphone, tablet, ma anche componenti per auto e tecnologie mediche. Pronta la contromisura di Pechino che ha cominciato a mettere informalmente al bando la produzione americana – ben 14 miliardi di import l’anno scorso – e a rifornirsi di soia dal Brasile, dal quale in maggio ha aumentato gli acquisti del 30 per cento. A farne le spese anche le case automobiliste con produzione negli Stati Uniti.
Che ora in Cina costeranno molto di più. Anche multinazionali non americane, ma con importanti impianti statunitensi saranno così raggiunti da dazi del 40% Nel mezzo di questa guerra commerciale, altri paesi potrebbero subire danni collaterali. A partire proprio dai colossi automobilistici tedeschi Daimler e BMW. Secondo Erlend Ek, analista e responsabile di China Policy se dovesse davvero scoppiare una battaglia globale, anche l’Unione Europea sarebbe coinvolta con parecchi colpi di scena. I cinesi l’hanno giurata; potrebbe far crollare il commercio del 70%”. Una minaccia da non sottovalutare. Secondo l’Organizzazione mondiale del commercio le crescenti tensioni commerciali potrebbero incidere e non poco su una già lenta ripresa economica.
Fonte Euronews