fbpx
Cultura

Uno, nessuno e centomila Enza De Francisci: dai soprattitoli di Tararà alla sfida : “Abbiamo il dovere di diffondere il pensiero di Pirandello in una lingua universale”

Ha origini agrigentine, Senior Lecturer in Translation Studies presso l’Università di Glasgow, direttore di master all’Università di Nankai in Cina, consulente linguistica per la produzione teatrale di “Liolà” al National Theatre di Londra. Uno, nessuno e centomila Enza De Francisci.
La nota ricercatrice è stata recentemente ad Agrigento per curare , insieme a Ruggero Bianchin, i soprattitoli dello spettacolo Tararà, un progetto innovativo finalizzato a rendere più accessibili a un pubblico anglofono, le opere di Luigi Pirandello in lingua siciliana.
Realizzato in vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, lo spettacolo si è inserito nel progetto denominato “Pirandello ad Agrigento”, portato avanti dalla De Francisci, in collaborazione con la compagnia teatrale Pirandello Stable Festival, diretta da Mario Gaziano, con Giuseppe Gramaglia e la partecipazione di Maria Grazia Castellana e il trio folk di Riccardo Cacicia .
Il progetto, sostenuto dall’Arts and Humanities Research Council con l’Università di Glasgow e The Society for Italian Studies, si concentra in particolare sulla produzione di soprattitoli in inglese per il monologo Tararà, con passi adattati da “La verità”, “A birritta cu’ i ciancianeddi (Il berretto a sonagli)”, e “Il giuoco delle parti”.
Enza De Francisci è la Principal Investigator del progetto.
Gli strumenti messi a disposizione per lo , tramite un link (https://translatingpirandello.gla.ac.uk/en/), rappresentano un modello comunicativo replicabile in futuro e rivolto alla salvaguardia di lingue a rischio di estinzione.
Attualmente la De Francisci ha scritto molto su aspetti della cultura siciliana e italiana. Il suo libro più recente è A “New” Woman in Verga and Pirandello: From Page to Stage (Oxford: Legenda, 2018). Ha co-curato il volume Shakespeare and Italy: Transnational Exchange from the Early Modern Period to the Present (Londra-New York: Routledge, 2017); e ha prodotto due numeri speciali co-editi per The Journal of the Pirandello Society of America (“Six Characters as World Literature”) (2020) e Translation Studies (“Translation and Performance Cultures”).
Il lavoro di Enza è stato presentato più volte dalla BBC radio, tra cui un episodio del World Service Forum su Pirandello e un altro sull’attrice italiana del XIX secolo Eleonora Duse.
Sempre con il National Theatre recentemente ha seguito l’adattamento di April De Angelis de L’amica geniale di Elena Ferrante.
La sua co-traduzione di All You Need is a Father di Stefano Pirandello con Susan Bassnett è stata insignita del Premio Nazionale per la Traduzione 2022 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di Roma.

La ringraziamo per averci concesso questa intervista. Mi piacerebbe cominciare parlando delle sue origini siciliane….

“ Sono nata a Londra ma mi sento siciliana (sorride). I miei genitori sono agrigentini, ma si sono trasferiti a Londra negli anni Sessanta. Ho sempre avuto una certa nostalgia per le mie origini. Mio papà mi raccontava sempre storie della sua infanzia. La sera i miei genitori mi mandavano anche alla scuola italiana per imparare la lingua. A casa si parlava il dialetto siciliano ed io mettevo a confronto l’italiano ed il siciliano. È stato naturale, poi, essere attratta dalle opere di Pirandello; così, la mia carriera si è sviluppata in tal senso”.

 Spieghiamo meglio ai nostri lettori qual è la sua specializzazione…
“Volentieri! Sono una professoressa in studi di traduzione, io mi specializzo, per esempio, su come Pirandello traduce le sue opere dal dialetto all’italiano, dalla novella alla commedia, vari tipi di traduzione non solo di lingua ma anche di forma”.

Ritiene che le opere del nostro Nobel siano complesse da tradurre in lingua anglofona?
“Assolutamente si! Pirandello è uno scrittore molto difficile da tradurre. In questo periodo, infatti, non ci sono tante traduzioni moderne in inglese. In occasione dell’anniversario dei Sei personaggi in cerca d’autore , molti studiosi si sono chiesti il perchè Pirandello non viene molto tradotto nel mondo anglofono. Secondo me è per la caratteristica del linguaggio pirandelliano che è molto filosofico, ha molti chiaro scuri nelle sue parole. Anche i titoli: Cosi è, se vi pare in inglese è molto difficile da tradurre. Pirandello scrive frasi molto lunghe, implicite e non esplicite; in Inghilterra invece scriviamo frasi molto più corte, uno stile davvero molto personale. In ogni caso rimane sempre una sfida difficile ma interessante”.

Qual è l’opera più tradotta in Inghilterra?
“Sei personaggi in cerca d’autore; che è anche l’opera più messa in scena. Ma ho notato che recentemente c’è stato un crescente interesse per le lingue minoritarie. Al National Theatre di Londra alcuni anni fa hanno messo in scena Liolà . Era il 2017 ed è stata la prima volta che Liolà veniva messa in scena in Inghilterra”

Le nuove generazioni, come accolgono Luigi Pirandello?
“Anche se parliamo di un premio Nobel, tra le nuove generazioni in tanti non conoscono Pirandello. Noi professori abbiamo il dovere di comunicare chi è questo grande genio che non è stato molto tradotto ed inserito nei programmi universitari. È triste che gli studenti del mondo anglofono non conoscano Pirandello. Noi dobbiamo cercare di avere più traduzioni delle sue opere e diffondere il nome di Pirandello alle future generazioni”.

Ci vuole parlare del progetto Tararà?
Il progetto è un passo avanti per la conoscenza del nostro drammaturgo. Io e il mio assistente Bianchin, abbiamo scritto la traduzione del testo. L’idea è quella di fare un Pirandello in dialetto con soprattitoli in inglese. Le lingue minoritarie tendono ad essere sostituite, in traduzione, dalle lingue dominanti. La presenza di soprattitoli permette invece ad un pubblico più ampio di assistere a uno spettacolo nella sua lingua originale, in questo caso la lingua siciliana, classificata dall’UNESCO come “in pericolo”. È dunque un modo per proteggere il dialetto sul palcoscenico e tramite i soprattitoli comunicarlo ad una platea più vasta. Un progetto per Agrigento 2025 perchè ci saranno tanti turisti che affolleranno la Città dei Templi e vorranno andare a teatro e seguire le commedie. È un modello che può funzionare, come ha avuto modo di vedere il sindaco Miccichè che era presente allo spettacolo di Mario Gaziano. In quell’occasione c’erano anche turisti; non molti, ma è stato il segnale per farci capire che questo è il nostro momento. Abbiamo il dovere di diffondere il suo pensiero in una lingua universale che è l’inglese”.

Un’ultima domanda, che è anche una mia curiosità: qual è, secondo lei, la differenza tra Camilleri e Pirandello?
“C’è una similarità nel gusto idiomatico per la Sicilia che loro portano nelle opere. Io sono specializzata in teatro: il linguaggio teatrale deve essere comunicato immediatamente agli spettatori. Secondo me le parole di Pirandello sono più potenti e riescono ad esplodere immediatamente sul palcoscenico”.

Luigi Mula