fbpx
Regioni ed Enti Locali

Università ad Agrigento, Immordino risponde ai sindacati

immordinoIn riferimento all’ultima nota delle Segreterie Provinciali delle sigle sindacali CGIL, CISL UIL, in merito ai problemi che da tempo attanagliano la vita del Polo Universitario della Provincia di Agrigento, la Presidente Prof.ssa Maria Immordino (in foto) risponde con propria nota, cercando di fare un po’ di chiarezza, lì dove il dovere impone di farne:

Quanto sta avvenendo attorno al Consorzio Universitario di Agrigento, il cui futuro resta purtroppo ancora incerto, merita indubbiamente una grande attenzione da parte delle istituzioni, delle forze sociali, dei cittadini, ma senza alcuna strumentalizzazione e senza digressioni rispetto a quelli che sono i veri problemi e i nodi reali da affrontare. Per contribuire, in ossequio alla verità, a fare chiarezza, rappresento le dinamiche e le ragioni che mi hanno spinta, unitamente al C.d.A del CUPA, ad avanzare al Rettore dell’Università di Palermo la richiesta di una rideterminazione della percentuale di compartecipazione ai corsi di studi attivati presso il Cupa. L’ho fatto, pur consapevole degli ostacoli rappresentati dai parametri ministeriali e dai rapporti di contribuzione disciplinati da una recente convenzione. Ci ho provato lo stesso, con il sostegno degli altri componenti del C.d.A, per tentare di porre un rimedio alla difficile situazione economico-finanziaria in cui versa, ormai da anni, il Cupa. Una situazione ulteriormente aggravata dall’attuale crisi che attanaglia la Sicilia, colpendo le fasce più deboli della popolazione. Consapevole dei danni irreversibili che la chiusura del Polo produrrebbe, sia per gli studenti che vedrebbero così frustrato il loro diritto allo studio costituzionalmente garantito, sia per lavoratori che oggi prestano la loro attività presso il CUPA. L’istanza, che si esplicava in una richiesta di alleggerimento della spesa per gli anni accademici 2014-2015 e 2015-2016, non è stata accolta dal C.d.A dell’Ateneo. Alla luce di tale deliberazione il Magnifico Rettore, Prof. Micari si è detto dispiaciuto, ma oggettivamente impossibilitato ad accogliere la richiesta. Muovendo da questi passaggi, che sono dati di fatto, come si può, mi riferisco alla presa di posizione delle organizzazioni sindacali di Agrigento, interpretare la scelta del Rettore come una mozione di sfiducia nei miei confronti: io non sono espressione dell’Unipa, ma un presidente nominato legittimamente dai soci del Consorzio, tanto che Unipa è rappresentata alle Assemblee dei soci del CUPA ed alle sedute dei relativi C.d.A dallo stesso Rettore o da un suo delegato. Ho sempre lavorato e continuerò a lavorare con grande determinazione e spirito di sacrificio per provare a salvare questa realtà accademica. Chi ha seguito da vicino il mio lavoro conosce bene le battaglie da me condotte per reperire nuove risorse finanziarie, per allargare, cercando anche di coinvolgere soggetti privati, la compagine associativa; o il mio costante impegno per creare nuove prospettive culturali, assecondare le vocazioni del territorio, incentivare la mobilità degli studenti agrigentini verso Atenei nazionali ed internazionali, favorire il più possibile le loro associazioni, con le relative e sempre entusiastiche iniziative, reperire fonti per borse di studio (in questa direzione si muovevano le iniziative da me promosse sul “Socio benemerito” e sull’ “azionariato diffuso”). Nel mio lavoro, oltre a coinvolgere sempre il C.d.A, ho costantemente cercato l’intesa con le istituzioni locali e nazionali, con le forze politiche, culturali, sindacali.
Cgil, Cisl e Uil fanno bene ad interessarsi alla questione, ma lo facciano in modo propositivo, per costruire, per individuare nuove ed efficaci soluzioni e fonti di finanziamento alternative, visto che l’emergenza è dettata esclusivamente dalla crisi economica, dalle difficoltà a reperire le necessarie risorse. Si è parlato infine dell’esistenza di un contenzioso tra Cupa e Unipa: fermo restando che il Consorzio non ha mai riconosciuto questo debito, che sarebbe maturato a partire dal 2006 fino al 2012, ma nel caso ci fosse non è certamente da imputare, il che è facilmente dimostrabile, a questo C.d.A ed al suo presidente. E, allora lavoriamo tutti assieme, ma con animo sereno e testa lucida, per scongiurare la chiusura del Polo universitario di Agrigento, per assicurare un futuro a questo territorio, per continuare a garantire il diritto alla cultura ed al lavoro ai giovani agrigentini“.