Lo scrivono in una lettera inviata al neo presidente del Cua di Agrigento, Pietro Busetta, i segretari generali provinciali di Cgil e Cisl, Massimo Raso e Maurizio Saia insieme alle rispettive RSU aziendali con Matteo Lo Raso e Carmelo Modica.
“Le sue indiscusse qualità personali e professionali – scrivono i sindacalisti – sono già una garanzia che ci consente di guardare con ottimismo al futuro. Nel chiederLe un incontro ufficiale, riteniamo sia utile rimettere in fila ed esporLe le questioni, a nostro avviso, aperte, i nodi che sarete chiamati a sciogliere ed alla cui soluzione non ci sottraiamo, ma per come abbiamo cercato sempre di fare, vorremmo considerarci parte attiva nella risoluzione.
1. Il CUPA deve sciogliere il nodo dei rapporti con la Regione
Le questioni economiche hanno un grande peso sul presente e sul futuro del CUPA. In questo quadro è fondamentale chiarire definitivamente con la Regione che cosa intende fare dei “consorzi universitari” e delle risorse stabilite nelle varie Leggi di Bilancio e che ancora non sono state trasferite.
La Regione (da calcoli che abbiamo fatto) deve ancora al CUPA le seguenti risorse:
REGIONE ANNO 2011 €. 792.000,00
REGIONE ANNO 2012 €. 750,000,00
REGIONE ANNO 2014 €. 244.289,42
REGIONE ANNO 2015 €. 1.222.549,06
REGIONE ANNO 2016 €. 922.309,67
Per un totale complessivo di E. 2.390690,15
2. Il CUPA deve sciogliere i nodi del rapporto con UNIPA
Analogamente va definita la “partita” economica con UNIPA e definito il contenzioso. Ma assieme alla parte economica va definito il ruolo ed il rapporto con UNIPA che ha con violenza cancellato alcuni importanti corsi di laurea. Se UNIPA vuole avere un rapporto privilegiato con Noi deve ripristinare ed allargare l’offerta formativa.
3. Il CUPA deve sciogliere i nodi del rapporto con il “socio di maggioranza” Comune di Agrigento
Agrigento, socio di maggioranza, a cui va il merito di aver consentito il superamento della “fase Immordino” prima con la nomina di Armao e, adesso , con la Sua deve caricarsi anche l’onere economico conseguente a questo ruolo di “leadership” e non ridurre pesantemente il proprio contributo economico. Noi comprendiamo le difficoltà del Comune di Agrigento (così come di tanti altri Comuni ed Enti “fuggiti” dal CUPA per ragioni economiche) ma se tutti seguono il loro esempio e in assenza di una compensazione complessiva della Regione e/o dell’Università, il Consorzio non ha altre entrate.
4. Il CUPA deve sciogliere i nodi del rapporto con la ex Provincia Regionale e gli altri Soci
L’Ex-Provincia ha avuto un comportamento poco lineare ed era corretto (in quella fase) “farla fuori”. Ma fino al Luglio 2016 partecipava alle riunioni dell’Assemblea dei Soci e non può sottrarsi alle proprie obbligazioni, a partire dal contributo annuale di 774.000 Euro per il 2016.
A nostro avviso l’Ente deve rientrare a pieno titolo nel CUPA, altrimenti la Regione, in prima persona, deve entrare nella compagine ed assicurare la quota equivalente.
5. Il CUPA deve riorganizzare se stesso, valorizzare le risorse umane interne, stabilizzare il personale
Come Sindacato non ci siamo sottratti ad affrontare la questione personale, si può fare senza tabù ma l’approccio corretto dev’essere quello di fare le economie possibili ma nell’ottica della valorizzazione e promozione delle risorse umane esistenti, comprendendo in questo ragionamento la stabilizzazione del personale precario.
6. Il CUPA deve ridefinire la sua “mission”
Il CUA deve, certamente, servire assicurare il “diritto allo studio” anche per quelle fasce della popolazione che non possono permettersi il mantenimento agli studi fuori sede, ma, al contempo, deve avere l’ambizione di costruire corsi di studio che, partendo dalle proprie specificità possa attirare Giovani da ogni parte del Mondo.
Il riferimento è all’Archeologia, ma anche in altri settori (Agro-Industria, Bio-Tecnologie, Architettura, Turismo, Medicina) può ambire a ritagliarsi uno spazio.
Il CUA deve avere l’ambizione di diventare utile alla sua debole economia per accrescere la qualità di quello che si produce e aumentarne le “chances” di successo nei mercati globali.
L’Università ad Agrigento deve, altresì, servire a formare le nuove classi dirigenti, a rafforzare le competenze e la ricerca; ad accrescere il “capitale umano” ed impedire che venga disperso.
Per questa ragione il CUPA deve guardare al mondo e non deve fermarsi ad un rapporto con la sola UNIPA .
Serve un CUPA che non si fermi ad UNIPA, ma che guardi a quanto di meglio si muove sul terreno della formazione universitaria in Europa con cui stabilire rapporti.
Un ruolo diverso lo si può svolgere anche rispetto alle istituzioni universitarie dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, con le quali, nel passato, avevamo avviato importanti partnership.
In questo quadro occorre riavviare un rapporto vero con l’Economia del Territorio, Noi diciamo che le principali Aziende del territorio possano e debbano contribuire non solo economicamente allo sviluppo del CUPA, ma possono farlo solo se ritengono utile questo strumento e non una sorta di carrozzone per sistemare pezzi di classe dirigente di seconda fila e clientes.
7. Occorre puntare sulla partecipazione, sul protagonismo degli studenti, sul coinvolgimento di chi nel CUPA vive e lavora
Gli studenti e le loro famiglie; i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali debbono e possono svolgere un ruolo attivo nella gestione del CUPA.
Non vogliamo decidere niente, non ambiamo ad ottenere posti nel governo dell’Ente, ma dire la nostra, offrire il nostro punto di vista, essere ascoltati, non essere vissuti come una sorta di impiccio, questo sì.
Questo lo chiediamo! Su tutto questo, nel riconfermarLe i nostri migliori auguri, ci piacerebbe avere un incontro prima possibile”, concludono i sindacalisti di Cgil e Cisl.