“Ecco perché – ribadiscono Acquisto e Manganella – anche sul servizio e la gestione integrata dell’acqua, i nostri legislatori hanno segnato il passo e i tempi. Se la Sicilia nel quinquennio Crocetta e della sua maggioranza variopinta e trasformista doveva rappresentare la rivoluzione per i siciliani, il resoconto è drammatico, fallimentare e purtroppo devastante per l’economia siciliana. In meno di un lustro almeno una decina le leggi regionali impugnate e una dozzina di riforme lasciate nei cassetti, noi ci chiediamo ancora una volta come organizzazione sindacale i danni chi li pagherà?”
“Province, codice degli appalti, nomine dei manager nel mondo della sanità, nomine sub-judice nel sottogoverno nelle mani dell’Anac, lasciano a dir poco basiti da una politica che non c’è stata e che ha alimentato solo rabbia e mortificazioni per il popolo siciliano. L’unica notizia che ci conforta è che il 5 novembre i siciliani avranno uno strumento importante per uscire da un pantano politico-istituzionale che ha trasformato la Sicilia in una terra maledetta e senza filtri dove la politica è invisa da tutte le classi sociali isolane. La Uil ribadisce da sempre che l’acqua come principio universalmente riconosciuta è un bene pubblico, sulla gestione, noi ribadiamo che a prescindere tra pubblico e privato, il punto nodale è quello di un servizio idrico, trasparente, economico, efficiente e a costi calmierati per i cittadini”.