UIL Agrigento: “Sul Cupa l’incapacità di trovare soluzioni tra Università e politica ha portato alla fine del polo agrigentino”
La UIL Provinciale di Agrigento prende posizione ancora una volta sulla difficile situazione del Cupa o Cua di Agrigento, oggi sotto la reggenza del Presidente Di Maida.
“Una parabola così discendente ha portato un gioiello provinciale della cultura, della formazione e dell’accademia per i giovani all’anno zero. Dispiace constatare che adesso tutti i soggetti in campo hanno utilizzato l’avamposto agrigentino per carriere politiche”.
“Sarà un caso ma oggi il Rettore Micari è candidato alla Presidenza della Regione e il Professore Armao è candidato quale Vice-Presidente del candidato Musumeci, in un momento di grossissime difficoltà del Consorzio, che si troverà per la prima volta a non avere attivati i primi anni dei corsi in Beni Culturali, Architettura e Giurisprudenza.
Un fallimento ormai conclamato in tutta la sua gravità, con ancora contenziosi in corso tra i soci (vedi il comune di Sciacca) che escono dal consorzio e tantissime parole che non hanno avuto seguito.
Certamente, grandissime responsabilità politiche ricadono sul vicepresidente in carica Lo Bello e su tutta la deputazione nazionale e regionale, che non hanno battuto i pugni per trovare una soluzione condivisa tra la sede palermitana con quella agrigentina”.
“Siamo proprio sfigati ma in Provincia di Agrigento abbiamo i rappresentanti politici più menefreghisti della Sicilia.
I giovani agrigentini non saranno formati e resteranno fuori; pertanto, adesso ci chiediamo: “Cosa ci ha guadagnato tutto il territorio? Forse meritiamo solo l’assistenza per la terza età e l’accoglienza ai disperati? Forse gli agrigentini non meritano altro trattamento?”