Uil Agrigento: “dati Eurostat vedono le donne siciliane all’ultimo posto per tasso di disoccupazione, un’altra fotografia che va cambiata”
La Uil di Agrigento interviene, con il Segretario Generale Gero Acquisto, dopo gli ultimi dati dell’Eurostat sul tasso di occupazione femminile che inchioda la Sicilia come ultima regione d’Europa.
“Purtroppo non è una novità ma una triste conferma, la Sicilia come del resto il Meridione sono in ginocchio, la crisi occupazionale e di opportunità per le donne nella nostra isola registra tassi di occupazione semplicemente ridicoli.
I dati Eurostat sono impietosi, appena il 29.2% di donne siciliane tra i 15/64 anni risulta occupato, mentre la media europea è del 62.4%.
Quindi meno di tre donne su 100 lavorano in Sicilia e il dato non è migliore per la fascia 25/34 anni quando si è solitamente concluso il percorso di istruzione e si dovrebbe più facilmente trovare uno sbocco occupazionale.
Questo ancora una volta certifica che le politiche per il Mezzogiorno non hanno prodotto i risultati sperati. Si devono attuare delle politiche più mirate e concrete, come la formazione, l’apprendistato, i tirocini; si devono seguire, oltre i finanziamenti, delle strategie occupazionali che guardano al mercato.
La valorizzazione degli antichi mestieri, il turismo, l’artigianato, possono trovare nelle specificità delle donne delle vere opportunità ma è necessaria una programmazione e un tessuto produttivo che lavori di concerto con le Istituzioni e il territorio.
E non possiamo fare finta di nulla ma dalle nostre parti (oltre tutto non sono casi isolati) molte donne vengono sfruttate tra lavoro nero e mancanza di legalità e la Uil ha sempre denunciato eventuali casi di abuso con l’ufficio vertenze.
Noi pensiamo che le politiche del lavoro per la Sicilia vanno riformate e soprattutto devono guardare alle specificità del territorio, per far emergere tante individualità che hanno le nostre donne e che ancora non vengono messe in condizioni di poter uscire dai margini della società perché vessate o escluse a priori dal mercato”.