UIL Agrigento: “Buon lavoro al neo Presidente del Cua Busetta”
La UIL Provinciale di Agrigento augura un buon lavoro al neo eletto Presidente del Cua, il Professore Pietro Busetta, economista e professore molto conosciuto in Sicilia.
Un nuovo ruolo certamente impegnativo e di responsabilità verso tutto il territorio agrigentino che aspetta le giuste risposte e le soluzioni che negli ultimi anni purtroppo hanno visto un decadimento e un netto ridimensionamento del Consorzio Universitario.
“Il tema consorzio universitario è stato sempre attenzionato dalla nostra organizzazione sindacale negli ultimi anni perché centrale nello sviluppo culturale, economico e di prospettiva lavorativa per i nostri giovani, affamati di buona formazione e desiderosi di affermarsi nella terra dove sono nati e dove vogliono costruire un futuro lavorativo e di crescita per la nostra provincia agrigentina. Purtroppo il nostro gioiello principe, il Polo decentrato, ha subito nell’ultimo lustro troppe battute d’arresto, che si sono riverberate negativamente sull’intera attività e gestione del consorzio, tra contenziosi con Palermo e tagli economici ai fondi per i consorzi che hanno di fatto avuto conseguenze drammatiche per gli studenti e per le loro famiglie.
Non vogliamo pensare che sia solo un cambio di Presidente, visto che nell’ultimo anno ci sono state defezioni importanti, come il socio di maggioranza relativa che è il Libero Consorzio o l’uscita di altri soci come alcuni comuni della provincia; adesso, è arrivata l’ora di fare chiarezza e dare una svolta decisa a un Polo che deve uscire da questo isolamento e continua incertezza che rischia di portalo al fallimento.
Per tutto ciò, dopo le feste, chiederemo un incontro con il nuovo Presidente Busetta per confrontarci.
E’ chiaro che i corsi di laurea sono la base primaria per ripartire, assieme all’iscrizione degli studenti che sono poi l’anima di qualsiasi università; ed è chiaro che da questa impasse si deve uscire definitivamente, avendo chiara la governance e le soluzioni definitive che diano respiro al territorio e al futuro dell’intero Consorzio e ai tanti giovani agrigentini che vogliono risposte per poter scommettere serenamente su una università che sia funzionale ai loro bisogni. E con la speranza che il Consorzio sia al servizio di tutti e non al centro di scontri o divergenza politiche, perché se no significherebbe la morte certa dopo quasi 25 anni di un’esperienza che in qualsiasi altro territorio significa fatto di crescita culturale umana e accademica.”