Tutti assolti: si chiude il caso sulle performance dei dirigenti della ex Provincia Regionale di Agrigento

Si è conclusa con un’assoluzione generale la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, gli assessori delle sue giunte tra il 2012 e il 2017, oltre a dirigenti, funzionari dell’ente e alcuni ex commissari. La Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Calabria, ha emesso il verdetto che mette la parola fine a un’inchiesta durata anni.
L’accusa riguardava un presunto danno erariale di quasi mezzo milione di euro, derivante dalla presunta fissazione di obiettivi di performance eccessivamente semplici per i dirigenti del Libero Consorzio. Secondo la Procura, il sistema adottato non garantiva un vero e proprio ciclo della performance e la retribuzione di risultato sarebbe stata, di fatto, una componente fissa dello stipendio.
Oltre a D’Orsi, era finiti nel mirino della Procura della Corte dei Conti l’ex segretario generale Giuseppe Vella, i commissari Benito Infurnari, Marcello Maisano, Giuseppe Marino e Roberto Barberi, nonché gli assessori Biondi, Terrana, Schembri, Giglione, Marchetta, Varisano, Tannorella e Mazza. Coinvolti anche i componenti dei nuclei di valutazione: Riccardo Rotigliano, Giuseppa Savarino, Luigi Campoccia, Concetta Ciotta, Salvatore Buggea, Ferdinando Macedonio, Anna Barragato, Giovanna Franco e Giuseppe Pedalino.
I giudici hanno accolto le tesi della difesa, ritenendo prescritta l’accusa di danno erariale per gli anni dal 2012 al 2015. Inoltre, è stata accolta l’obiezione secondo cui la Procura avrebbe dovuto motivare adeguatamente la riapertura dell’azione contabile, evidenziando nuovi elementi sopravvenuti. La difesa ha anche dimostrato che il ciclo della performance era stato effettivamente applicato secondo le disposizioni della “legge Brunetta”, con obiettivi specifici assegnati all’inizio di ogni anno.
Dopo il trasferimento del caso alla Corte dei conti calabrese nel 2023, la sentenza di assoluzione ha finalmente posto fine alla questione. La Corte ha inoltre disposto la liquidazione delle spese legali per le parti prosciolte.
Con questa decisione, si chiude una vicenda che aveva sollevato dubbi sulla gestione della performance e delle retribuzioni all’interno del Libero Consorzio, restituendo serenità agli amministratori e funzionari coinvolti.