Turismo, sviluppo e saperi: una proposta che nasca dalla conoscenza
Le riflessioni e le opinioni secondo le quali ci si debba riappropriare del proprio contesto e rilanciarlo, utilizzandolo in maniera sostenibile per produrre benessere, trovano totale applicazione nelle riflessioni che sottoponiamo.
Il rilancio del prodotto della terra e del sapere connesso, la promozione e lo sviluppo in termini di marketing, la valorizzazione degli strati subalterni come portatori di valori e saperi tradizionali, che il corso generazionale sta via via sempre più estinguendo, sono da ritenersi, la stoffa più pregiata su cui tessere ambiti inerenti il mercato del lavoro, passando per la sensibilizzazione delle nuove generazioni (futuro del territorio) attraverso la rivalutazione efficace del proprio contesto socio-esistenziale.
Il territorio agrigentino, ad esempio, vanta una considerevole produzione agricola ed è in forte ascesa la fattura di prodotti dell’allevamento caprino. Tali situazioni costituiscono la materia prima d’eccellenza di mirabili risultati gastronomici. La città di Agrigento è poi una particolare meta turistica per il prezioso patrimonio archeologico, tanto che, secondo dati ufficiali diffusi sui siti di enti regionali, nel 2011 la provincia ha accolto circa tre milioni di visitatori.
In tale contesto un progetto di rilancio, oltre che mirare all’implementazione delle opportunità fornite dalla tradizione del sapere, dovrebbe ambire a creare delle figure che siano un perno delle nuove tendenze turistiche (ambientali e gastronomiche), consapevolizzando e qualificando gli utenti in tal senso ed avviandoli verso uno start-up d’impresa artigiana, viste le ingenti presenze del bacino turistico. I destinatari diretti di un progetto tale, saranno in grado di promuovere il binomio uomo/territorio in termini di architettura agroalimentare di qualità. Chiaramente nasce l’esigenza di qualificare delle figure appropriate e seriamente motivate, allo scopo di strutturare tali circuiti, nonché di rilanciare la rete relazionare propria della nostra cultura locale, comunemente identificata dai concetti di “ospitalità ed accoglienza”
Quindi, ci si dovrebbe preoccupare in primis di formare giovani che siano sensibilizzati al recupero del territorio, della sua storia e delle proprie peculiarità, sviluppandone il senso di appartenenza.
Nella situazione tipo che un progetto può ambire a creare, le figure qualificate, forti dell’alta competenza acquisita, potranno porsi dal lato dei produttori oppure porsi come guide itineranti nei pacchetti creati (totalmente assenti in uno scenario di questo tipo) per la fruizione storico-ambientale, socio-culturale e tradizionale dei tour proposti.
La risorsa territorio e prodotto locale attraverso unpianoformativo e competenziale creerà una coscienza qualificata per la creazione d’impresa artigiana e la consapevolezza per insistere su proposte di touring nell’ambito di percorsi strutturati di turismo sostenibile.
Significativa e permeante, potrebbe essere pertanto la redazione di itinerari stanziali di almeno 48 ore nei quali lo slow tour sarà il biglietto da visita del territorio e della sua gente attraverso la valorizzazione dell’ospitalità e la promozione dei laboratori produttori.
Il territorio agrigentino, come detto, è costellato di prodotti di alta qualità agroalimentare e casearia, da produttori che giorno dopo giorno si spendono per la valorizzazione del loro ottimo operato.
In questo contesto un progetto d’impresa potrebbe tra l’altro inserirsi come reuniontra produttori e consumatori, quest’ultimi sempre più in numero maggiore vista la propensione crescente al turismo sostenibile costituito da bassi costi d’alloggio, dall’illustrazione dei processi di produzione dei prodotti caratteristici e, non ultimo anzi di rilevante importanza, dall’età media (28 anni) dei fruitori di questo tipo di esperienza turistica.
L’iniziativa progettuale potrebbe essere divulgata nei siti istituzionali di eventuali partner di spessore, attraverso un collegamento ipertestuale che rimanderà al sito web ufficiale del progetto stesso. All’interno del sito del progetto è auspicabile che sia illustrato e descritto in 3 lingue (inglese, italiano, spagnolo) il retaggio culturale del territorio e del sostrato connesso che ha sviluppato le colture tradizionali e il sapere artigiano, la storia dei prodotti e della loro genuinità. Inoltre il sito potrebbe comprendere una sezione di booking on line riguardo l’itinerario proposto ed il pernottamento. Sarebbe opportuno l’utilizzo della tecnologia Voip che darà la possibilità di interagire per maggiori info sulle proposte. Nel sito di riferimento, dell’eventuale impresa tipo,potrebbe introdursi inoltre un registro di feedback dei visitatori. Infine si otterrà maggior raggio divulgativo attraverso gli account sui social network (facebook, twitter) e attraverso affiliazioni ai maggiori portali nazionali ed internazionali di slow tourism.
Le attività progettuali, almeno in queste proposte e riflessioni, trarranno una efficace ragion d’essere sia dalla fase propedeutica ed edificante, sia e soprattutto dalla fase successiva alle azioni cronoprogrammate. In questa fase si esperirà tutto il complesso dei rapporti intrattenuti, degli studi effettuati e delle figure create in una rete che andrà a costituire gli itinerari da proporre. Le proposte si inseriranno nel contesto di turismo destagionale (mesi 9 su mesi 12) a cui è tesa anche l’attività politica e legislativa dell’ARS (si pensi ad esempio alla legge sull’Albergo Diffuso); a tale fine la proposta varierà con il variare delle stagioni, tenendo alta l’attenzione del potenziale fruitore su un itinerario piuttosto che su un altro.
Ed ancora, andrà valutata la possibilità di processi di toutoring e sharing al fine di mettere in condizione di vantaggio altre associazioni territoriali di operare alla stessa maniera, affinchè altre aree applichino i mezzi di buona prassi che qui si auspica, siano incoraggiate dalle amministrazioni.
Alessio Rossano