Turismo: la chiusura di alcuni B&B non è da ritenere un dato negativo
Sulla notizia pubblicata da un quotidiano online sulla chiusura di diverse strutture ricettive già classificate come B&B interviene l’osservatorio turistico provinciale che, di recente, ha pubblicato alcuni dati sull’andamento delle presenze turistiche nel periodo pandemico.
Il fatto che diverse strutture ricettive comunichino la chiusura chiedendo la cancellazione dagli archivi delle strutture classificate non è assolutamente un segnale non positivo. Come già evidenziato in un precedente comunicato, il mercato ricettivo locale (ma la questione è anche nazionale) attraversa un significativo mutamento che va verso la deregulation della classifica delle strutture ricettive diffuse sul territorio, dette impropriamente extralberghiere, segnata dalla volontà dello Stato di liberalizzare i fitti brevi che forniscono servizi similari a quelli extralberghieri. Basti pensare che in provincia sono censiti oltre 2200 alloggi come fitti brevi e rimangono appena circa 750 strutture ricettive classificate comprese le stesse strutture alberghiere.
Molti gestori, imprenditori, ma anche semplici proprietari di immobili, preferiscono abbandonare il titolo di struttura classificata con le stelle per riaprire come fitti brevi perché ciò consente maggiore elasticità gestionale, meno pastoie burocratiche ed una qualità misurata dalle recensioni. La chiusura di alcuni B&B è solo tecnica perché alcuni si trasformano in affittacamere o case per vacanze e ciò comporta una chiusura ed una nuova riapertura.
In termini di presenze i dati degli anni 2023 e 2024 nella città di Agrigento ed in provincia segnano significativi incrementi, sia nel comparto alberghiero che extralberghiero, che fanno ben sperare per l’anno 2025.