Luoghi di incontro, di arte, di affari. Luoghi di turismo, a volte di gastronomia, addirittura di storia. Eppure, spesso osteggiati o resi particolarmente complicati. È questa, in estrema sintesi, la storia dei casinò terrestri in Italia, costellata di esperienze diverse lungo tutto lo stivale, da Sanremo a Gardone Riviera fino ad arrivare in Sicilia.
Qui la proposta più recente è quella che arriva da Taormina, dove in realtà un casinò esiste già, con una vicenda che dura ormai dal 1949. Dal via libera negli anni 50, alla delibera municipale del 1963 passando per l’apertura nella bellissima villa liberty di Mon Repos, fino alla chiusura appena un anno più tardi. Da quel momento i tentativi di riaprirlo non si sono mai interrotti, fino alla proposta dello scorso maggio, ultimo capitolo di una saga che appare senza fine.
“Credo che il momento sia propizio. La proposta d’istituzione di una casa da gioco a Taormina ha anche un valore risarcitorio per un territorio ignorato nonostante le forti e naturali vocazioni turistiche e storiche“, – ha dichiarato Francesco Gallo, deputato del Gruppo Misto in riferimento alla riapertura del Casinò di Taormina.
Il progetto di Taormina era stato portato avanti dallo stesso Silvio Berlusconi, in occasione della campagna elettorale per le regionali del 2017. Una visione politica che sta tornando in auge negli ultimi tempi, quando la ripresa del settore terrestre e tradizionale del gambling è sempre più urgente per tutta l’economia italiana. Quello del gioco pubblico, infatti, è un settore importantissimo per le casse dello stato, che ogni anno ottengono qualcosa come 13 miliardi di euro di gettito erariale. Un contributo che, ad oggi, arriva soprattutto dal settore online, con piattaforme di gioco che viaggiano soprattutto sul web e che hanno definitivamente sorpassato le sale fisiche.
Per questo investire su casinò terrestri può essere la mossa vincente. Una mossa che avrebbe conseguenze anche sul piano turistico, visto che spesso queste strutture sorgono in palazzi o residenze che altrimenti resterebbero chiuse ai visitatori. Lo dimostra la storia della residenza siciliana di Mon Repos oppure il palazzo rinascimentale di Ca’ Vendramin Calergi, una delle sedi del casinò veneziano che si affaccia direttamente sul Canal Grande. Luoghi di gioco, certo, ma anche di storia e di cultura, di arte e di fascino antico. Luoghi che possono essere un valore aggiunto per tutti.