“Sulla “vicenda Terme” – si legge in una nota stampa – dopo le numerose iniziative che abbiamo messo in campo come Organizzazioni Sindacali, i tanti annunci e strombazzamenti sembra essere calato il silenzio e la città di Sciacca, si avvia – come se niente fosse – ad archiviare un’altra delle pagine nere che l’ha vista regredire. Un film già visto: è successo altre volte con la chiusura o il ridimensionamento di tanti uffici dello Stato o con la soppressione delle ferrovie”.
“Da grande fatto economico e sociale e persino “identitario” di una Comunità che, fino a qualche anno fa, si interrogava se aggiungere la parola “terme” al toponimo, adesso la “pratica” è stata messa da parte, il problema ha riguardato chi ci ha lavorato e le organizzazioni sindacali che hanno cercato, in tutti i modi, di difendere questo loro diritto al lavoro”.
“Apprendiamo – continua la nota della CGIL – da notizie di stampa che oggi, martedì 7 luglio, l’assemblea dei Soci (ovvero il socio unico Regione) è chiamata a prendere atto degli ulteriori due milioni di euro di perdita maturati nel 2014 e che portano a più di dieci milioni i debiti accumulati in nove anni, con una media che il “Corriere di Sciacca” ha valutato in 5.500 euro al giorno (!) e non potrà che assumere le decisioni che sono dettate dal Codice Civile: o decide di “ricapitalizzare” la Società (circostanza assolutamente inverosimile viste le condizioni del Bilancio della Regione) o liquida definitivamente la Società, con tutti i rischi sottesi a tale decisione”.
“Noi – scrivono Raso, Zammuto e Cadtronovo – riteniamo che sia necessario indagare su cosa sia successo in questi ultimi 10 anni, dalla nascita di Terme SpA in avanti perché è necessario attribuire e chiamare alla loro responsabilità politica, amministrativa, contabile e patrimoniale con annessa azione di risarcimento. tutti quelli che, in tutti questi anni, hanno gestito e controllato.
Non è accettabile che ci sia questo disastro e che nessuno debba pagarne un prezzo sia politico (ai vari livelli di governo) che amministrativo.
Per questa ragione, insieme alle altre Associazioni e a chi ci starà, valuteremo quale sia lo strumento idoneo per chiedere alla Magistratura Ordinaria e a quella Contabile, che si apra (qualora non fosse già aperto) un fascicolo volto ad appurare se vi sia stata in tutti questi anni una gestione non oculata che ha portato all’attuale condizione.
Altra cosa del tutto irragionevole, a nostro parere, è la questione del “bando” di manifestazione di interesse. Se è pronto da maggio, come mai siamo a luglio e non ne vediamo traccia?
POSSIBILE MAI CHE MALGRADO LO STESSO PRESIDENTE DELLA REGIONE ABBIA CONTEZZA DIRETTA DELLA VICENDA TERME, QUESTA SEGNI DRAMMATICAMENTE IL PASSO?
Possibile che il governo della regione non comprende che, in questo modo, si nega alla Città, al suo territorio, uno dei possibili “volani” di sviluppo e che, quindi, crea un incalcolabile danno economico e di immagine a Sciacca che sulle Terme fonda, da oltre 2000 anni, una parte della sua storia ed identità?”