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Telefoni cellulari scoperti nel carcere di Agrigento: scattano sequestri e denunce

La polizia penitenziaria in servizio presso il carcere “Di Lorenzo” di Agrigento ha scoperto e sequestrato sette telefoni cellulari nascosti all’interno delle celle. Nel corso di un’operazione di perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto sei smartphone e un microcellulare, tutti completi di cavetti e caricabatterie.

Le indagini sul traffico illecito

I dispositivi erano occultati nelle celle di pernottamento e la loro presenza ha fatto scattare immediate denunce nei confronti dei detenuti coinvolti. L’accusa a loro carico è quella di “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”, un reato che mira a contrastare la diffusione di strumenti di comunicazione non autorizzati all’interno degli istituti penitenziari.

Droni e traffici illeciti in carcere

La scoperta dei telefoni rilancia l’attenzione sul fenomeno del traffico illecito di dispositivi elettronici e sostanze stupefacenti all’interno delle carceri. Secondo un dossier sulle nuove tecniche di contrabbando, spesso i telefoni e la droga vengono introdotti utilizzando droni pilotati da punti nascosti nelle vicinanze delle strutture detentive. Le indagini proseguono per individuare eventuali responsabili esterni che potrebbero aver facilitato l’ingresso dei dispositivi nel penitenziario agrigentino.

Una problematica diffusa

L’episodio del carcere “Di Lorenzo” non è un caso isolato. Negli ultimi anni, numerosi istituti penitenziari italiani hanno segnalato ritrovamenti simili. Le autorità carcerarie e le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli e l’utilizzo di nuove tecnologie per contrastare il fenomeno e garantire la sicurezza all’interno delle strutture di detenzione.

I telefoni sequestrati sono stati posti sotto sequestro e saranno analizzati per verificare eventuali collegamenti con organizzazioni criminali o attività illecite condotte dall’interno della struttura penitenziaria.