Sono state 11 serate di musica, con un’incursione nel teatro classico ed un’altra nello show comico, ad “accendere” ancora una volta il teatro Valle dei templi a Piano San Gregorio. Una struttura totalmente amovibile che in oltre 20 anni ha portato sotto i templi tutti i grandi nomi della musica italiana.
Nel 2022, con la ripartenza dopo la pandemia, i risultati erano stati molto incoraggianti. Ma quest’anno si sono registrati veri e propri numeri da record con concerti che, nella maggior parte dei casi, hanno fatto il “tutto esaurito”.
Complessivamente sono state oltre 40mila le persone che hanno occupato poltrone in platea e sedie in tribuna, dal 3 giugno con i Modà (concerto bissato il 6 giugno) fino ai Pooh che si sono esibiti il 19 settembre. In mezzo ci sono stati “La Pace” di Aristofane, Zucchero, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Massimo Ranieri, Renga e Nek, Venditti e De Gregori, Enrico Brignano. Ma andrebbero considerate altre 10mila persone “non paganti” che si sono intrattenute nelle aree esterne del teatro accontentandosi di ascoltare gli artisti.
La presenza complessiva di oltre 40mila persone al teatro Valle dei templi ha prodotto un incremento del 25% delle prenotazioni in b&b e hotel per un totale di 10mila posti letto occupati.
Il 50% – pari a circa 20mila persone – ha usufruito di locali di ristorazione di qualsiasi genere mentre sono stati impegnati complessivamente 50 pullman per i transfert in tutta l’isola. A questi numeri vanno aggiunti quelli relativi ai posti di lavoro appositamente creati in forza al teatro per ogni singolo evento: tecnici, facchini, addetti alla sicurezza e tutti i soggetti al seguito delle diverse produzioni per un totale di 100 unità per singola data ed oltre 1.000 ore di lavoro.
“Possiamo affermare – dicono Enzo e Federico Bellavia della Fondazione Valle dei templi – che grazie agli eventi in cartellone, già promossi a partire dal mese di marzo con un notevole battage pubblicitario, si è riusciti a conciliare i due aspetti culturali che costituiscono il binomio arte/spettacolo. Agrigento è stata dunque scelta come meta turistica sia per conoscerne il patrimonio archeologico e monumentale, sia per assistere a concerti e spettacoli di valore assoluto ed incastonati in uno scenario unico. Tantissime le prenotazioni nelle strutture ricettive fin dal primo spettacolo, quello dei Modà con doppia data a prolungamento del ponte del 2 giugno. Addirittura ci sono state difficoltà a trovare alloggi per il concerto di Zucchero, a dimostrazione del fatto che questi eventi attirano tantissimi turisti da tutta Italia e non solo.
Dati interessanti anche legati alle visite al Parco archeologico della Valle dei templi connesse all’acquisto dei ticket d’ingresso per i vari siti, com opportunità di lavoro anche per le preziose guide turistiche in grado di stupire e affasciare anche il più distratto visitatore. Se scorriamo tra i numeri, dati fruttuosi si rilevano anche in merito agli ingressi giornalieri nella Valle dei templi: è stato riscontrato dai registri che nelle date di svolgimento degli eventi in cartellone l’incremento dei visitatori è stato di circa 1.000 ticket corrispondenti al 25% della capienza complessiva del teatro. Si stima pertanto che, considerato il costo del singolo biglietto e il totale degli spettacoli, il Parco archeologico abbia incassato, grazie agli eventi a Piano San Gregorio, 40.000 euro in più. A questi introiti si aggiungono i canoni demaniali che la Fondazione Teatro Valle dei templi ha versato nelle casse del Parco, pari a oltre 80.000 euro sia per canone di concessione del 3% che per canone d’uso, Tosap, uso del parcheggio e allestimento bar. Sono stati inoltre pagati 7.548 euro di canoni al Comune di Agrigento per la ‘sola’ chiusura del viale Alberato, dalla rotatoria di Porta Aurea e quella di Giunone, per la collocazione di 2 Volanti e di 4 vigili urbani dalle ore 20 fino a mezzanotte. Ed ancora: canoni riconosciuti alla Tesoreria dello Stato per il servizio di vigilanza esercitato dai vigili del fuoco, inclusa l’istruttoria della pratica, per totali 12.984 euro.
A questi sono da aggiungere le spese dei bolli acquistati per il rilascio di licenze e certificati acustici per un importo complessivo di 334 euro.
È stata poi stipulata una fideyussione a garanzia di eventuali danni all’area monumentale, pari ad un massimale di 250.000 euro, per un costo stagionale di 2.500 euro.
Altri 1.000 euro per ogni singolo spettacolo sono stati spesi per il noleggio e lo spurgo dei bagni chimici.
Queste in definitiva – concludono Enzo e Federico Bellavia – sono state le spese a totale rischio d’impresa. Ma grazie al pubblico pagante siamo riusciti a mettere in piedi un cartellone capace di emozionare migliaia di persone. E abbiamo soprattutto alimentato l’indotto economico a costo zero per l’amministrazione pubblica.
Immaginiamo che con gli oltre 120.000 euro incassati dal Parco come introiti diretti e indiretti legati alle nostre manifestazioni si possano almeno programmare la pulizia e l’illuminazione del viale alberato, sistemare le aree limitrofe e gli ingressi al teatro, realizzare la segnaletica, creare una pensilina per la fermata degli autobus, realizzare le strisce pedonali, ripristinare la recinzione, realizzare i vialetti battuti delle vie di fuga, delle eree di ammassamento e del parcheggio. Se la proprietà dell’area non ha possibilità di effettuare tali interventi di manutenzione, sarebbe dunque auspicabile l’applicazione del principio di compensazione. Ma immaginare che i nostri soldi possano invece servire a finanziare altre manifestazioni a titolo gratuito, per le quali non sono previsti oneri e canoni e che spesso non producono nulla in termini di indotto turistico ma anzi tolgono risorse pubbliche, non possiamo esimerci dall’affermare che tale atteggiamento sarebbe poco lucido e serio da parte di qualsiasi amministratore o direttore pubblico che sia”.