Il paventato rischio su una diminuzione del 25% delle risorse finanziarie destinate alle spese per investimento dei Comuni causerà inevitabilmente il dissesto di numerosi Enti Locali. Un rischio sul quale l’Anci Siclia è intervenuta con il suo presidente, Leoluca Orlando che ha dichiarato: “Nelle scorse settimane abbiamo, in più occasioni, esposto, nelle sedi istituzionali competenti, le nostre preoccupazioni circa il paventato taglio delle risorse destinate ai comuni“.
“Questo – continua Orlando – è avvenuto in commissione Affari Istituzionali, in commissione Bilancio e, da ultimo, nell’incontro con il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ha condiviso pienamente i nostri timori. In tutti questi casi abbiamo consegnato un documento che contiene criticità mai smentite. Stiamo continuando a seguire, con grande preoccupazione, l’iter di approvazione in Aula della legge di stabilità regionale senza cogliere segnali incoraggianti“. “I comuni siciliani vanno verso il fallimento – tuona Orlando -. E non si tratta del solito allarme legato alla carenza di risorse finanziarie e poi rientrato a seguito di rimpinguamento dei capitoli. Stiamo assistendo, di fatto, alla distruzione completa del sistema degli enti locali con dati e numeri alla mano“.
Per Luca Cannata, vice presidente vicario dell’Anci Sicilia con delega al Bilancio e alle Politiche Finanziarie: “L’azzeramento delle risorse del fondo relativo alle spese in conto capitale e il taglio del fondo delle Autonomie Locali, producono un ulteriore 25% in meno nei trasferimenti ai comuni. Questo, sommato all’aumento del fondo per i crediti di dubbia esigibilità (per il 2016 si attesta al 55% contro il 36% dell’anno scorso), al pareggio di bilancio rafforzato derivante dall’attuazione dell’armonizzazione contabile, alla Legge 243/2012 con in più l’invarianza della pressione fiscale come stabilito dalla Legge di Stabilità nazionale 2016, non può che provocare il default dei comuni che entro il 30 aprile dovranno chiudere i bilanci“.
“Inoltre – sottolinea Cannata – ammesso che ci sia qualche comune che riesca a pareggiare il bilancio, per farlo dovrà tagliare i servizi alla cittadinanza. Ciò rafforza le tesi del Presidente della Corte dei Conti che, nei giorni scorsi, ha evidenziato come il taglio delle risorse sui territori abbia provocato la soppressione di servizi e ridotto la qualità delle prestazioni offerte ai cittadini”. “La Corte Costituzionale – evide Cannata – con la sentenza n.10/2016, solo per fare un esempio, ha dichiarato illegittima la riduzione oltre il 65% dei trasferimenti che erano stati operati negli anni dalla Regione Piemonte nei confronti di enti locali e province, in quanto non venivano rispettati gli articoli 117 e 119 sull’autonomia finanziaria degli enti locali e l’articolo 97 sul buon andamento della Pubblica Amministrazione e sulla garanzia dei servizi. Pertanto, è chiaro che quanto si sta operando in questo momento a livello regionale, risulta illegittimo, poichè rende impossibile lo svolgimento delle funzioni degli enti locali riducendo e impoverendo il ruolo dei comuni e violando l’uguaglianza sostanziale di fronte alla legge fissato impoverendo il ruolo dei comuni e violando l’eguaglianza sostanziale di fronte alla legge fissato dall’articolo 3. Chiediamo, quindi, che governo regionale e Ars prendano coscienza di tutto questo e trovino soluzioni a sostegno delle comunità territoriali“. “Ci aspettiamo – conclude il presidente Orlando – che il governo e il Parlamento regionale intervengano, anche attraverso il necessario dialogo con il governo nazionale, affinchè si comprenda chiaramente l’insostenibilità del nuovo quadro finanziario e si introducano indispensabili correttivi. In caso contrario non si potranno che mettere in atto tutte le iniziative di protesta e di contestazione necessarie“.