“Mentre l’Europa chiede di ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030, lo Stato italiano supporta con 18 miliardi di euro l’anno le estrazioni fossili altamente inquinanti, anzichè virare sulle fonti energetiche alternative”.
Una manifestazione contro le trivellazioni a mare per difendere il proprio mare. A Licata tante le persone che sono scese in piazza per protestare contro le trivelle nel Canale di Sicilia.
La Cgil di Agrigento aderisce e parteciperà con una delegazione guidata dal Segretario Generale Massimo Raso alla manifestazione indetta per sabato mattina a Licata organizzata dai comitati NO TRIV, contro le trivellazioni petrolifere.
E’ di poche ore la notizia di nuove autorizzazioni per la ricerca del petrolio nel mar Ionio.
“Ho voluto contrastare l’iter avviato a beneficio di alcune società petrolifere con l’unico strumento veramente efficace e democratico che possiede il Governo regionale: la mozione parlamentare. Ma le Istituzioni nazionali, che dovrebbero agire contro l’invasione del mar mediterraneo, tacciono e firmano le autorizzazioni per le trivellazioni. Il colosso ENI, in testa
“Risale a poco tempo addietro la mia battaglia contro la minaccia concreta dell’ingresso del colosso ENI nel nostro mare per le trivellazioni previste dal cosiddetto Progetto Offshore Ibleo – Campi Gas Argo e Cassiopea”.
Nella giornata di sabato 10 settembre, una rappresentanza di attivisti del movimento 5 stelle, giunti da diverse parti della Sicilia, è scesa in spiaggia tra la gente, alla Scala dei Turchi di Realmonte, per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti devastanti delle trivellazioni nel nostro mare.
Sono oltre 10mila i chilometri quadrati di mare nel Canale di Sicilia ancora sotto scacco delle compagnie petrolifere, nonostante un parziale successo ottenuto con il divieto di operare entro le 12 miglia dalla costa.
Solo il 28% è il contributo che la Sicilia ha dato al Referendum in cui le Trivellazioni a mare erano oggetto di “decisione”.
Il 17 aprile saremo chiamati ad esprimere il nostro voto sul referendum popolare abrogativo relativo al divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro le dodici miglia marine.