Chiesta la condanna ai quattro presunti scafisti che nell’agosto del 2018 condussero un gommone a largo dell’isola di Lampedusa con a bordo oltre 177 migranti, poi salvati dalla nave della Guardia Costiera italiana “Diciotti”.
Associazione a delinquere finalizzata alla tratta di uomini e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la violenza sessuale e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Convalidati dal gip del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella quattro dei cinque fermi disposti dalla Procura nei confronti dei presunti scafisti accusati dopo lo sbarco avvenuto venerdì scorso a Torre Salsa.
Si terrà stamani al carcere “Di Lorenzo” di contrada Petrusa l’interrogatorio di convalida dell’arresto innanzi al Gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella dei quattro presunti scafisti fermati dopo lo sbarco avvenuto lo scorso 2 agosto a Torre Salsa.
Un’operazione compiuta con successo, nonostante la difficoltà di operare in alto mare: ecco il bilancio di quanto accaduto nei giorni scorsi, con Guardia di Finanza e Marina Militare che hanno inseguito fino a 20 miglia dalle acque tunisine un peschereccio sospetto.
Firmato il provvedimento di fermo dei due presunti scafisti di 23 e 35 anni.
Sono quattro i presunti scafisti tunisini arrestati dalla Squadra Mobile di Agrigento. Le indagini sono partite a seguito di uno sbarco a Lampedusa nei giorni scorsi.
Arrestati sei membri dell’equipaggio di un motopesca tunisino sorpreso mentre trainava verso Lampedusa un barchino che trasportava 14 migranti.
Nella serata del 10 agosto scorso la Polizia di Stato ha fermato tre cittadini tunisini, Ben Ammar Abdallah, Ben Sassi Fouad, e Ben Amara Bassem, ritenuti gli “scafisti” dello sbarco di 15 cittadini extracomunitari avvenuto a Lampedusa lo scorso 5 agosto.
Nella serata di ieri, 1 marzo, ad Agrigento il personale della Squadra Mobile, a seguito di attività investigativa condotta nell’ambito dei reati concernenti l’immigrazione, ha arrestato due cittadini tunisini ISSAOUI Maher, di 29 anni e AIDI Maher, di 25 anni in quanto resisi responsabili del reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato.