Ci sarebbero due sospettati per la strage dei cani randagi avvenuta a Sciacca in contrada Muciare. Continuano senza sosta le indagini per risalire ai responsabili dell’avvelenamento di ventisette randagi che ha scosso le anime di numerosi saccensi e non solo.
“Il canile deve essere una tappa, l’adozione, invece, la meta”.
Esche avvelenate probabilmente destinate ad uccidere cani randagi. E’ la scoperta fatta nei pressi del quartiere Oltreponte a Licata dal gruppo “Licata Libera” e riportato oggi dal quotidiano “La Sicilia”.
Sciacca di “No” alla violenza sugli animali. Dopo la strage che ha scosso l’Italia intera oggi l’attesa manifestazione da parte di numerose associazioni animaliste che, provenienti da tutta la penisola, hanno marciato le vie principali di Sciacca.
Per domenica 25, è stata indetta una manifetazione animalista in piazza A. Scandaliato a Sciacca, a cui pare, parteciperanno persone provenienti da ogni parte d’Italia.
“E’ necessario, oggi più che mai, che la politica affronti a livello regionale il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete e strumenti da mettere a disposizione degli Amministratori locali”.
Nei giorni scorsi sono stati soccorsi e affidati a un’associazione animalista sette cani randagi vaganti in contrada Muciare dove qualche giorno fa ignoti hanno ucciso diversi esemplari, disseminando il sito con esche avvelenate.
Il sindaco Francesca Valenti e l’assessore all’Ecologia Paolo Mandracchia hanno incontrato la delegata per i rapporti istituzionali del Ministero della Salute e testimone di giustizia Valeria Grasso.
“Istituire una commissione parlamentare sul randagismo con l’obiettivo di indagare un fenomeno arcinoto sarebbe una perdita di tempo. Occorre agire subito per evitare altre stragi di randagi in Sicilia attraverso maggiori risorse ai Comuni da destinare anche alla realizzazione di rifugi pubblici per i randagi insieme a un maggiore coinvolgimento delle
Sarà stata l’auto che ricordava un felino da attaccare, sarà stata un’antipatia nei confronti del proprietario, sarà stata la ferocia alimentata dall’essere randagio, fatto sta che l’episodio accaduto a Favara, avrà sicuramente e fortunatamente pochi precedenti.