Chiesto il rinvio a giudizio di un giovane 34enne di Licata che avrebbe occultato il proprio reddito al fine di non pagare le spese legali, facendo così in modo che sia lo Stato a sostenere le spese.
Il Comune di Agrigento si costituirà parte civile nel processo a carico dell’ex comandante della polizia municipale e capo di Gabinetto del sindaco di Agrigento, finito nei guai con l’accusa di corruzione in concorso.
E’ accusato di avere perseguitato – per alcuni mesi – l’ex compagna, una donna più grande di lui di quasi venti anni.
Avrebbero ricevuto e utilizzato alcuni telefoni cellulari – con annesse SIM – all’interno delle mura del carcere di San Cataldo, nel nisseno. La Procura della Repubblica di Caltanissetta ha disposto la citazione a giudizio di sette detenuti, tre dei quali agrigentini.
Chiesto il rinvio a giudizio di un 19enne tifoso dell’Akragas poiché accusato di resistenza e oltraggio a Pubblico ufficiale, lesioni aggravate, lancio di materiale pericoloso in occasione di manifestazioni sportive e travisamento ingiustificato.
Oggi si è svolta la prima udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Waterloo” e, nonostante il rinvio per motivi procedurali, Federconsumatori Agrigento ha preannunciato in udienza la costituzione di parte civile sulla scorta delle ampie previsioni statutarie a tutela dei diritti fondamentali dei consumatori.
Sarebbe stato trovato in casa in possesso di 32 piantine di Cannabis e diversa attrezzatura per la coltivazione. Un 55 di Favara ha chiesto e ottenuto il giudizio abbreviato.
Non avrebbe saputo di essere sotto processo da ben sette anni poiché accusato di bancarotta fraudolenta. Un giudizio che ha portato ad una condanna – nei tre gradi di giudizio – a tre anni e sei mesi di reclusione.
Avrebbe colpito il fratello al volto con un bastone fratturandogli il setto nasale. Per queste ragioni, un 19enne di Canicattì dovrà ora rispondere del reato di lesioni pluriaggravate. E’ stato il pm titolare del fascicolo di inchiesta a disporre la citazione diretta a giudizio.
Che tra suocera e nuora ci sia il diavolo che lavora è risaputo, ma ad Agrigento la realtà ha superato l’immaginazione.