Dopo anni si conclude un’annosa vicenda che ha visto coinvolta una dipendente di un’azienda leader nel settore della vigilanza e sicurezza, a cui illegittimamente, come si legge dalla sentenza del CGARS è stato revocato il porto d’armi.
Un giovane agrigentino aveva presentato alla competente Questura una richiesta per il rilascio del porto d’armi per tiro a volo.
Nel 2022, l’imprenditore agricolo M. C. F., originario di Santo Stefano Quisquina (AG) di anni 72, titolare da diversi anni di regolare licenza di porto d’arma corta per la difesa personale, in prossimità della scadenza presentava rituale istanza di rinnovo della licenza alla Prefettura di Agrigento.
La Prefettura di Agrigento diversi anni orsono adottava un provvedimento di divieto di detenzione armi e munizioni nei confronti del sig. A.A. di Castrofilippo, già titolare di porto d’armi per uso caccia.
Il Dott. F.C. di San Giovanni Gemini di anni 62, titolare di porto di fucile per uso caccia, presentava rituale istanza volta ad ottenere il rinnovo della predetta licenza detenuta da più di 12 anni.
“Sono Giuseppe Cutrò, figlio di Ignazio, l’imprenditore che ha denunciato la mafia ed è divenuto Testimone di Giustizia. Una Giustizia piena di ingiustizie, oggi cosa voglio raccontarvi?”
Il Sig. A.U. di 49 anni aveva chiesto il rinnovo del porto di fucile per uso caccia essendone prossima la scadenza; ma l’stanza veniva rigettata sulla base della circostanza che il richiedente è nipote di soggetti condannati per reati vari, tra i quali l’associazione mafiosa, e pertanto il contesto familiare dell’istante non assicura sufficienti garanzie
Il Sig. T.G. di sessanta anni, imprenditore di Campobello di Licata, sin dal 1993 era titolare di un porto d’armi da caccia.
Il Sig. P.S. , di 33 anni, di Favara, titolare fin dal 2004 della licenza di porto di fucile per uso caccia, approssimandosi la scadenza del titolo di polizia avanzava richiesta di rinnovo della licenza in questione.
Ieri sera, nel corso di un servizio di controllo del territorio, i carabinieri della Compagnia di Sciacca hanno tratto in arresto in flagranza di reato Rosario Failla, riberese di anni 33 per porto abusivo di arma comune da sparo e Rafik Bassir, tunisino di anni 35 per violenza, minaccia, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.