Soluzione Ponte Morandi ad Agrigento: l’Anas raddoppia. Uno studio di fattibilità per la realizzazione di una viabilità integrativa, e non alternativa al viadotto Akragas, è stato finanziato dall’Ente nazionale per le Strade.
Nulla è cambiato, nulla è deciso: a distanza di dodici mesi esatti dal crollo del viadotto di Genova, che ad Agrigento ha innescato il dibattito sulle sorti del “Morandi” nostrano, l’opera è ancora chiusa e non usufruibile.
A Genova diluviava, qui invece c’era lo stesso caldo di oggi: è passato un anno dal crollo del viadotto sul Polcevera, quel giorno la tragedia ha assunto contorni importanti anche ad Agrigento, per via della presenza qui di un altro “ponte Morandi” chiuso già da diverso tempo.
Sarebbero già arrivate le impalcature necessarie alla ditta incaricata di iniziare i lavori.
“Sono passati inutilmente 850 giorni dalla chiusura del ponte Morandi senza che sia stato fatto nessun passo avanti per il suo abbattimento e non decolla neanche il presunto ed assurdo progetto di manutenzione ordinaria, dal costo incredibile di 30 milioni di euro”.
Il Genio Civile di Agrigento ha approvato il progetto esecutivo per il consolidamento dei piloni del primo tratto del Ponte Morandi, rilasciando l’autorizzazione “sismica” all’ANAS, che potrà così avviare immediatamente i lavori, che riguardano il tratto del ponte denominato “Akragas II”.
Recupero o demolizione? Soldi da spendere per la sua manutenzione o per rafforzare la viabilità alternativa? Si è parlato di questo al consorzio universitario di Agrigento, dove protagonista della discussione è stato il futuro del viadotto Akragas, meglio noto come “Morandi”.
“Il ruolo del viadotto Morandi nel paesaggio della Valle dei Templi di Agrigento” questo il titolo ed il tema del convegno che il prossimo, venerdì 3 maggio, si svolgerà presso l’aula magna del polo universitario di Agrigento.
“Non appena ho letto la notizia diffusa oggi da “La Sicilia” relativa al blocco della pratica per il rifacimento del Ponte Morandi, mi sono messo in contatto con i vertici di Anas e della Soprintendenza di Agrigento”.
Avrebbero approfittato di “TourismA”, il salone internazionale dell’archeologia e dei beni culturali di Firenze, per gridare a gran voce l’abbattimento del Ponte Morandi di Agrigento.