Notificati sei avvisi di conclusione delle indagini per sei soggetti coinvolti nell’ambito dell’inchiesta denominata “Stipendi spezzati” che ipotizza un sistema di “taglio” alle buste paga dei dipendenti di una cooperativa di Licata.
Due anni, undici mesi e dieci giorni di reclusione. E’ questa la pena inflitta a due dei principali imputati dell’inchiesta nata dall’esistenza di una presunta associazione finalizzata ad estorcere parte degli stipendi ai dipendenti di due cooperative di Licata.
Non saranno più parte civile nel processo, ma otterranno un risarcimento. Sono i dipendenti di due cooperative di accoglienza per minori di Licata vittime di una presunta estorsione.
L’inchiesta sul presunto “pizzo” applicato alle buste paghe dei dipendenti delle cooperative “Arcobaleno” e “Libero Gabbiano” di Licata, potrebbe arrivare ad una svolta.
Rinviata al prossimo 16 giugno l’udienza del processo a carico dei responsabili di due cooperative di Licata, accusati di presunte estorsioni sulle buste paghe in danno di alcuni dipendenti.
Raccontano tutto ora i dipendenti delle cooperative di Licata “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno”.
Avrebbero assunto personale, facendo risultare sulla busta paga un compenso maggiore rispetto a quanto effettivamente percepito dal lavoratore.
Una disperazione senza fine. E come dare torto all’imprenditore di Bivona, Ignazio Cutrò (in foto), che oggi ha minacciato di suicidarsi dandosi fuoco. La sua disperazione è contro quello Stato che avrebbe dovuto tutelarlo e che invece lo ha lasciato sommerso dai debiti.
Operazione antimafia stanotte nell’agrigentino da parte della Squadra Mobile della Questura di Agrigento.
Antonino Gagliano (in foto) è stato scarcerato.