“Ogni volta che vedeva un ‘negro’ diceva che erano 45 euro che camminavano“.
E’ fissata per venerdì prossimo l’udienza al Tribunale del Riesame che esaminerà il ricorso presentato dagli avvocati difensori del Sindaco di San Biagio Platani, Santino Sabella (in foto) arrestato lo scorso 22 gennaio nel blitz antimafia denominato “Montagna” che ha disarticolato diverse famiglie ritenute mafiose nell’agrigentino.
Annullato l’arresto dell’imprenditore Vincenzo Mangiapane, 63 anni, coinvolto nell’inchiesta antimafia denominata “Montagna” scattata lo scorso 22 gennaio disarticolando i vertici di due presunti mandamenti e di sedici famiglie presumibilmente appartenenti a “Cosa Nostra” agrigentina.
Chiedono la scarcerazione gli avvocati difensori del Sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella, finito nei guai nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Montagna” scattata lo scorso 22 gennaio e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
“Insisto nella volontà di collaborare con l’Autorità Giudiziaria e prendo atto degli obblighi e dei doveri che tale scelta comporterà“. Parole di Giuseppe Quaranta, il 50enne agrigentino arrestato nelle scorse settimane nell’ambito del blitz antimafia denominato “Montagna” che ha sgominato i presunti vertici di due mandamenti e di sedici
Si dimettono i consiglieri comunali e gli assessori al Comune di San Biagio Platani. Dopo il blitz antimafia denominato “Montagna” che ha visto coinvolto anche il primo cittadino Santino Sabella, gli esponenti politici hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni.
Approda al Tribunale del Riesame l’inchiesta antimafia denominata “Montagna” che lo scorso 22 gennaio ha disarticolato i vertici di due presunti mandamenti e di sedici famiglie presumibilmente appartenenti a “Cosa Nostra” agrigentina.
Continua il lavoro dei pubblici ministeri della Dda di Palermo dopo il blitz antimafia denominato “Montagna” che ha disarticolato i vertici di due presunti mandamenti e di sedici famiglie presumibilmente appartenenti a “Cosa Nostra” agrigentina.
Sono in tutto nove gli indagati che sono apparsi davanti al giudice per le indagini preliminari dopo l’operazione antimafia denominata “Montagna” che ha disarticolato i vertici di due presunti mandamenti e di sedici famiglie presumibilmente appartenenti a “Cosa Nostra” agrigentina.
“Non si chiama mafia….si chiama Cosa Nostra”, così dicevano i boss del mandamento della “Montagna” durante uno dei tanti summit documentato dai Carabinieri del Reparto Operativo di Agrigento.