Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Agrigento, della Tenenza di Favara e delle Stazioni di Agrigento, Villaseta e Siculiana hanno tratto in arresto quattro soggetti in applicazione della sentenza della Corte d’Appello di Palermo, divenuta definitiva in data 3 ottobre scorso a seguito di decisione della Corte di Cassazione.
“Dalla valutazione degli elementi probatori emerge che il Clemente ha mostrato una condotta totalmente incompatibile con la volontà di partecipare ad una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ignorandone persino l’esistenza”.
Si è celebrata stamane dinanzi alla Corte di Appello Penale di Palermo, la prima udienza del processo di appello per i 21 imputati giudicati in primo grado con il rito abbreviato.
Verte verso la fine il processo scaturito dall’inchiesta denominata “Kerkent” e condotta dalla Dda che ha sgominato un presunto traffico di droga ed estorsioni che sarebbero state messe in piedi dal presunto boss agrigentino Antonio Massimino.
“Dagli elementi del quadro probatorio in atti emerge che il Clemente ha mostrato una condotta totalmente incompatibile con la volontà di partecipare ad una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti“.
I sostituti procuratori della Repubblica della Dda di Palermo hanno chiesto al termine della loro requisitoria, 28 condanne per complessivi 335 anni di carcere nel corso dell’ultima udienza svolta dopo la maxi inchiesta antimafia scattata il 4 marzo dello scorso anno e denominata “Kerkent”.
Il GIP presso il Tribunale di Palermo ha disposto la sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari nei confronti di Clemente Marco Davide, 27 anni, arrestato nell’operazione antimafia “Kerkent” lo scorso 4 marzo.
La difesa del boss Antonio Massimino chiede l’annullamento del decreto di applicazione del cd. “carcere duro” firmato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
La Polizia di Stato di Agrigento, in particolare l’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, ha applicato i seguenti provvedimenti di misure di prevenzione.
Resta in carcere il 52enne Liborio Militello, ritenuto essere il braccio destro del presunto boss agrigentino Antonio Massimino e finito nei guai nella maxi operazione antimafia denominata “Kerkent”.