Nella tarda serata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Licata hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare. 9 i destinatari della misura restrittiva.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito sette fermi di indiziato di delitto emessi nei confronti di vertici ed affiliati delle famiglie mafiose di “Cosa Nostra” di Licata e Campobello di Licata.
Non solo Cosa Nostra ma anche la “Stidda” sarebbe ancora presente nell’agrigentino, territorio caratterizzato dalla forte pervasività di associazioni criminali di matrice mafiosa che, anche grazie ad una diffusa situazione di disagio economico-sociale e ad un contesto ambientale in parte omertoso, continuano a trovare condizioni favorevoli.
La provincia di Agrigento rimane anch’essa caratterizzata dalla forte pervasività di associazioni criminali di matrice mafiosa che, anche grazie ad una diffusa situazione di disagio economico-sociale e ad un contesto ambientale in parte omertoso, continuano a trovare condizioni favorevoli.
Emesso, ed eseguito, il provvedimento di “fermo” del presunto boss agrigentino Leo Sutera, considerato dagli investigatori uno dei vertici di Cosa Nostra agrigentina.
Una mafia diversa rispetto a quella tradizionalmente conosciuta degli anni ’80 e ’90 e che in provincia di Agrigento vede ancora il predominio di “Cosa Nostra“. Una mafia più affaristica-imprenditoriale che stragista e militare.
Dopo la presentazione della Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel secondo semestre del 2017, continuano ad emergere novità per quanto riguarda il territorio agrigentino.
“Nel panorama criminale della provincia, caratterizzato dalla presenza di diverse organizzazioni di matrice mafiosa, Cosa Nostra continua a rivestire un ruolo di supremazia, evidenziando un’organizzazione strutturata, verticistica ed ancorata alle tradizionali regole mafiose“.
“Riconosco Fragapane Francesco da me conosciuto subito dopo la sua scarcerazione tramite Vella Giuseppe detto “Peppe a scecca” della famiglia di Favara“.
Sembra essere un fiume in piena il neo collaboratore di giustizia favarese Giuseppe Quaranta, arrestato nell’ambito del blitz antimafia “Montagna” che ha sgominato i presunti vertici di due mandamenti e di sedici famiglie presumibilmente appartenenti a “Cosa Nostra” agrigentina.