Il sostituto procuratore generale di Palermo ha chiesto la conferma del verdetto di primo grado, emesso nel dicembre del 2021 dai giudici del Tribunale di Agrigento, nei confronti di tutti gli imputati del processo scaturito dall’inchiesta antidroga denominata “Up and down”.
Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero di Agrigento ha chiesto 17 condanne, 2 assoluzioni e un non luogo a procedere per mancanza delle condizioni di procedibilità per i 20 soggetti coinvolti – a vario titolo – in due mega risse scoppiate all’interno delle mura del carcere “Di Lorenzo” di Agrigento.
Lo scorso 20 marzo, ultimo giorno d’inverno, i Carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta e della Compagnia di Mussomeli, hanno annunciato la primavera a sirene ululanti, scatenando l’operazione antidroga battezzata “Vallone drug”, ovvero la droga mercanteggiata nel vallone nisseno con ramificazioni anche nella provincia agrigentina.
Disposte dai giudizi della Corte di Appello di Palermo quattro condanne, due confermate e due ridotte, nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta che avrebbe permesso di scoprire sostanze stupefacenti e telefoni cellulari all’interno del carcere di Augusta.
La prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Pinto, ha emesso sentenza nell’ambito dell’inchiesta antidroga a Porto Empedocle cosiddetta “Supermarket”, condotta dai poliziotti del locale Commissariato, che hanno smantellato tre piazze dello spaccio, di hashish e cocaina, allestite in un bar, in una villetta comunale, e in una casa privata.
Il pubblico ministero di Agrigento ha chiesto, a conclusione della sua requisitoria, sei condanne nell’ambito del processo nato dall’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza denominata “Duty free” che nel dicembre 2015 ipotizzò un giro di tangenti in cambio di favori e annullamenti di sanzioni tributarie all’Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Accusati di tortura, sono stati condannati i quattro imputati licatesi finiti nei guai poiché ritenuti responsabili di avere picchiato, sequestrato e umiliato tre disabili.
Sono tre gli agrigentini condannati poiché ritenuti essere gli autori di una rapina messa a segno in una enoteca e della successiva aggressione ai danni dei proprietari.
Sono quattro le condanne emesse dal Tribunale di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta denominata “Semiramide” su un presunto giro di prostituzione di giovani donne di origini romene fra Reggio Calabria e Licata.
Conferma di nove condanne. E’ ciò che ha chiesto il procuratore generale nell’ambito del processo d’appello relativo a uno stralcio dell’inchiesta denominata “La carica delle 104” che vede coinvolti medici, funzionari e docenti accusati, a vario titolo, di avere rilasciato e beneficiato di certificati ritenuti falsi per ottenere le