Entra nel vivo il processo scaturito dall’inchiesta denominata “Alta tensione” che ipotizza un giro di furti di energia elettrica con la complicità di alcuni verificatori Enel.
Dopo il deposito della relazione del perito che ha trascritto le intercettazioni, i legali difensori dei venti imputati finiti nei guai dopo l’operazione dei carabinieri denominata “Alta tensione”, annunciano che non sceglieranno alcun rito alternativo.
La decisione spetterà al gup del Tribunale di Agrigento che dovrà decidere se disporre il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere per i venti imputati dell’inchiesta denominata “Alta Tensione” che ipotizza un giro di truffe di energia elettrica nell’agrigentino grazie anche alla complicità di alcuni verificatori Enel.
Rischiano il rinvio a giudizio venti indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Alta tensione” che ha portato i Carabinieri del comando provinciale di Agrigento ad accertare furti di energia elettrica ai danni dell’Enel con la complicità, in alcuni casi, degli stessi verificatori.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due indagati nell’ambito dell’operazione denominata “Alta Tensione”, condotta dai Carabinieri, che ha portato al divieto di dimora di due tecnici verificatori dell’Enel.
Operazione “Alta Tensione” del comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento.