Successo al Pirandello per “La Bottega del Caffè”. Placido al pubblico: “Torniamo a respirare con energia la cultura”.
“La bottega del Caffè” di Carlo Goldoni, per la regia di Paolo Valerio, ha inaugurato, mercoledì scorso, la stagione di prosa 2022 del Teatro Pirandello di Agrigento.
In scena una straordinaria compagnia di attori, capitanata da un convincente Michele Placido, che, nell’accomiatarsi dal numeroso e caloroso pubblico, ha parlato del suo incontro con Papa Francesco per realizzare una serie televisiva sul Beato Rosario Livatino: “Sarà un bellissimo progetto dedicato al primo martire della magistratura a livello mondiale – ha detto Placido – ho incontrato Papa Francesco che mi ha dato il coraggio di proseguire nel disegno”.
La “mini serie” è prodotta da RAI UNO e le riprese saranno girate nell’agrigentino.
Placido, per questo motivo, lo scorso 9 maggio era presente alla cerimonia di beatificazione di Livatino, che si è svolta nella Cattedrale di San Gerlando, presieduta dal prefetto delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro: “Rimarrò ad Agrigento per circa quattro mesi e sto cercando casa in affitto – racconta- mi vedrete spesso in giro per la città e la provincia. Sono certo che realizzeremo una bella produzione. Agrigento, grazie a questo lancio che la RAI e Papa Francesco vogliono, tornerà ad essere un importante centro culturale. La presentazione della serie televisiva sarà, con molta probabilità, in Vaticano. Sono felice di tutto questo”.
Ma le sorprese non sono finite: l’attore pugliese, infatti, ad un certo punto scende dal palcoscenico e corre ad abbracciare il decano degli attori e giornalisti siciliani, Nino Bellomo, che il prossimo luglio spegnerà 100 candeline: “Voglio ringraziare Nino Bellomo che quest’anno compie 100 anni. Devo molto a lui ed a Pippo Flora, perché sono stati loro che, ad un certo momento della mia vita, mi hanno fatto capire, in una calda serata estiva che non dimenticherò mai, cos’è il significato più alto della parola pirandelliana. Nino, poi, ha lasciato la moglie (sorride ammiccando) ed è venuto in tounée in tutta Italia con noi. Poi ha lavorato con Marco Bellocchio e con tanti registi importanti”. Infine, il commovente abbraccio: “Caro Nino a Luglio ci saranno i festeggiamenti in tuo onore, io ci sarò! Sono felice di aver incontrato la tua famiglia, ci legano tanti ricordi. Abbiamo prodotto uno spettacolo straordinario con il quale abbiamo viaggiato per sette anni in tutta Italia da Nord a Sud: Uno sguardo dal Ponte, con tanti attori agrigentini come Tano Aronica”.
Tra gli applausi del pubblico, Michele Placido conclude: “Agrigento è una città straordinaria, con un teatro meraviglioso. In Italia ci sono realtà che, teatralmente parlando, soffrono, perchè non hanno dei teatri così importanti. Questa sera desidero, soprattutto, ringraziare il pubblico. Vi vedo soffrire con queste mascherine, ma grazie al vostro sacrificio e alla vostra voglia di ritornare a celebrare il rito del teatro, ci avete commosso. Non ci aspettavamo un teatro così gioioso. Siamo tornati, pur nella gravità del momento, a respirare insieme e con energia la cultura. Ed Agrigento, lo sappiamo, è una delle città più culturali d’Europa. Pirandello ci sta guardando”.
Ma torniamo alla serata. A fare gli onori di casa sono stati il presidente della Fondazione teatro Pirandello, Alessandro Patti, il direttore artistico, Francesco Bellomo ed il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè.
Patti ha sottolineato la presenza in sala del Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa e del questore, Rosa Maria Iraci: “La vostra presenza – ha detto Patti – evidenzia che il teatro è un luogo sicuro”.
“Sono veramente felice di iniziare la mia nuova avventura alla direzione artistica del Pirandello con un artista di altissima statura come Michele Placido. Questa ripartenza nasce sotto i migliori auspici, con un testo importante per la regia di Paolo Valerio. Auspico che il Teatro possa presto tornare a riempirsi coma accadeva qualche anno addietro”, è stato invece il commento di Bellomo. Infine, il sindaco ha ricordato, nella commozione generale, il compianto maestro Pippo Flora, al quale, ha annunciato, verrà intitolato l’auditorium del Teatro.
Un’ ultima riflessione riguarda lo spettacolo. Un allestimento imponente e accurato che ha portato sulla scena tutta la vitalità e il divertimento della commedia. Uno spettacolo leggero e allo stesso tempo denso di spunti di riflessione sul nostro presente che ha restituito, al divertito pubblico agrigentino, un affresco composito e colorato.
Il regista Paolo Valerio è riuscito così a sottolineare con sottigliezza le virtù ed i lati oscuri dei personaggi il cui il lieto fine è inevitabile, tranne che per don Marzio vittima della sua stessa maldicenza.
Si apre, così, tra ricordi, emozioni e grandi progetti, il sipario sulla stagione firmata da Bellomo che si preannuncia ricca di grandi sorprese.
Luigi Mula