“Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health” è così che si chiama il biosensore scoperto. E’ un nuovo strumento diagnostico che previene l’arresto cardiaco inventato da Ruchi Pandya, ragazza di 18 anni iscritta all’ultimo anno della “Linbrook High School” di San Jose, in California. La rivoluzionaria notizia ha entusiasmato anche il Presidente U.S.A. Barak Obama che ha invitato la studentessa alla Casa Bianca assieme ai 100 migliori studenti coinvolti in progetti di straordinaria importanza medico-scientifica negli States.
Il biosensore di Ruchi Pandya con una sola goccia di sangue è capace di rilevare la concentrazione di proteine, una delle spie principali dell’arresto cardiaco. E’ composto a sua volta da diversi biosensori che utilizzano minuscole fibre in carbonio non più grandi di un centimetro. E’ una nuova sfida sulle nanotecnologie su cui ha lavorato la giovane, un progetto per migliorare gli strumenti diagnostici che rilevano le concentrazioni di proteine nel sangue.
Le tecniche attualmente utilizzate impiegano procedure lente e costosissime e sono 350 volte meno sensibili rispetto al biosensore scoperto di Ruchi che ha la capacità potenziale di essere facilmente portato come strumento diagnostico nelle proprie abitazioni fornendo un sistema di rilevamento delle proteine rapido e preciso, così come avviene già per i rilevatori di insulina nell’assistenza ai pazienti diabetici.
L’interesse di Ruchi per le nano particelle è nato in occasione di un progetto scientifico promosso e finanziato dalla “Stanford University”. Si trattava di sviluppare un filtro di depurazione delle acque mediante l’uso di nano particelle foto-attive. Soluzione economica per risolvere il problema dell’acqua nelle aree in via di sviluppo. Lo studio al progetto ha fatto scoprire alla studentessa il mondo delle nano particelle, ma il suo interesse al mondo della medicina è nato dopo aver conosciuto alcuni dati diffusi dal Dipartimento Sanitario.
Infatti l’arresto cardiaco provoca circa un terzo delle morti in tutto il mondo e che nell’Asia del Sud sono particolarmente inclini a sviluppare malattie cardiache. Ruchi, che è indiana d’origine, inizialmente ha voluto lavorare sul miglioramento dei biosensori, già ampiamente utilizzati dalla diagnostica medica, per offrire una soluzione ai pazienti indiani. E’ riuscita ad andare oltre inventandone uno del tutto nuovo di straordinaria importanza medico-scientifica tanto da meritare le congratulazioni di Obama e la popolarità mondiale: il “Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health”.
Silvio D’Auria