Stefano Rosselli a Sciacca salirà su un peschereccio per riprendere la dura vita degli uomini a bordo
Stefano Rosselli partito per il secondo reportage alla scoperta di un umanità assuefatta ed inconsapevolmente degradata, questa sera 21 Luglio salirà su un peschereccio per riprendere la dura vita degli uomini a bordo.
Acuto osservatore del genere umano, in sella a una vecchia Vespa 200, sempre alla ricerca di luoghi e di città fuori dalle classiche mete turistiche: il progetto The Human Comedy è un lavoro che Stefano Rosselli porta avanti ormai da 6 anni e che vuole raccontare le persone in un periodo storico come l’attuale, dove i cambiamenti socio culturali stanno andando troppo veloci per essere compresi da tutti . Incuriosito ed affascinato dalle incongruenze e dai paradossi che noi tutti produciamo attraverso i nostri comportamenti, Stefano Rosselli vuole lanciare un monito, quello di imparare a non prenderci troppo sul serio, ad aver la capacità di ridere anche dei nostri errori e delle nostre meravigliose imperfezioni.
L’anno precedente era partito da Manchester alla volta di Liverpool e poi Blackpool per poi giungere in Italia partendo da Milano e arrivando a Palermo.
La sua è una fotografia umanista, diretta e coinvolgente capace di raccontare momenti di vita che a volte ci fanno sorridere. Rosselli continuerà a viaggiare anche quest’anno per trasmetterci la freschezza e la naturalezza degli sguardi della gente che incontra.
Partito da Genoa Il viaggio durerà 50 giorni e le sue tappe principali saranno Trapani, Mazzara, Gela, Catania, Augusta, Reggio Calabria, Gioia Tauro, Lamezia Terme, Crotone, Napoli.
Stefano Rosselli è nato a Livorno ed ha vissuto tutta la sua infanzia a Piombino. Crescere in quel luogo, dove scherzare e prendersi in giro era parte della cultura locale, oltre che il miglior modo per esorcizzare i problemi, lo ha aiutato a sviluppare un occhio per il lato tragicomico del comportamento umano. A 20 anni ha iniziato a lavorare come cartoonist per diverse testate umoristiche di satira politica e di costume. Nel 1989 decise di trasferirsi a Milano per lavorare in pubblicità dove ha ricoperto il ruolo di creativo e negli anni successivi, di direttore creativo in diverse agenzie internazionali, da Saatchi & Saatchi, DLV,BBDO fino a Leagas Delaney. Ha avuto la grande fortuna di poter lavorare con fotografi come Peter Lindbergh, Gian Paolo Barbieri, e registi come Zack Snyder, Luke Scott e tanti altri. La loro vicinanza lo ha aiutato a capire fino a che punto ci si può spingere nel raccontare una storia in ogni singolo frame ed è ispirandosi a quella esperienza che oggi ha orientato il suo lavoro di fotografo: fare in modo che ogni scatto si trasformi in una storia.