Il suo etimo è molto incerto, forse lo stesso di pizza (latino pinsere,”schiacciare, macinare”), trattandosi di un dolce piuttosto basso. Anticamente veniva cotto sotto le braci dei falò, tipici dell’epifania
Ingredienti
300 g Farina di Mais gialla 00 (farina Fioretto di buona qualità e ben macinata andrà bene)
200 g Farina di grano tenero macinata a pietra (anche farro andrà benissimo)
5/6 dl latte
1 bicchiere d’acqua
1/2 bustina lievito x dolci
100 g burro
100 g zucchero di canna integrale (anche meno di 100g)
150 g uvetta sultanina
30 g pinoli
50 g cedrini
5 fichi secchi
Bucce di limone e mandarino o arancio (solo qualche frammento)
1/2 bicchierino di grappa bianca
Sale un pizzico
Procedimento
Mettere a bagno l’uvetta in acqua tiepida per ammorbidirla e tagliare tutta la frutta a pezzettini. Unire la farina al lievito e lo zucchero, quindi mescolare. In una casseruola versare il latte, il burro, un bicchiere d’acqua, un pizzico di sale; portare a ebollizione e aggiungere la farina gialla. Cuocere il tutto per circa 20 minuti, continuando sempre a mescolare fino ad ottenere una polentina morbida. Lasciare intiepidire e aggiungere la farina con il lievito. Mescolare bene e inserire la frutta preparata a pezzetti con la grappa e le bucce di agrumi. Lasciar riposare per 30′.
Imburrare una tortiera e spolverizzarla di pan grattato. Versarvi l’impasto – alto al massimo 3 cm – infornare a 180°, nel forno preriscaldato, per 60′. La pinza sarà pronta quando in superficie si sarà formata una crosticina bruna e quando, introducendovi uno stuzzicadenti, ne uscirà asciutto.
Servire il dolce freddo, ideale sarebbe lasciarlo riposare per 2 giorni. Dura qualche giorno senza alterarsi.
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