“Sono fortemente preoccupato per la sorte di tutti i 390 Comuni siciliani, abbiamo appreso che per ora i 500 milioni di euro promessi dal Governo Nazionale non saranno trasferiti alla regione siciliana, non si capisce bene il perché, visto che il percorso degli ultimi mesi tra Palermo e Roma è stato mediato e definito in ogni suo aspetto. La stessa finanziaria approvata a febbraio è stata votata in Assemblea regionale con un percorso che ha visto l’occhio vigile dell’Assessore regionale al bilancio Baccei e la supervisione del sottosegretario alla Presidenza De Vicenti. Adesso il ritardo e i muri che sta mettendo Roma al trasferimento di queste somme, che sono vincolate e sono ossigeno per Comuni, Province, forestali e altre categorie rischia di affossare il sistema degli enti locali in maniera irrimediabile. L’Assessore regionale Luisa Lantieri è stata chiara: a oggi in cassa dal fondo delle autonomie ci sono appena 105 milioni sui 340 promessi, così i Comuni non potranno sostenere la spesa corrente e i servizi essenziali. C’è un serissimo rischio di non poter chiudere i bilanci, già la data del 30 aprile è andata perché nessuna amministrazione comunale è attrezzata per esitare un previsionale. Così non va perché le conseguenze sarebbero drammatiche non solo per i servizi ma anche per il personale in carico dei Comuni, i contrattisti di fatto non verrebbero più garantiti, questo sarebbe inaccettabile dopo il percorso di stabilizzazione che va avanti da almeno 10 anni. Siamo accanto agli amministratori e all’Anci Sicilia in questa battaglia giusta perché non si può programmare un piano di risanamento se poi per primi i rappresentanti del Governo Nazionale non rispettano gli accordi politici che erano incentrati su rigore, riforme e sblocco dei fondi per la Sicilia. Dispiace dirlo ma ormai è constatato che Roma vuole eliminare la governance e la gestione politico-amministrativa nella nostra isola, dimenticando le conseguenze socio-economiche che sarebbero da macelleria sociale”