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Politica Regioni ed Enti Locali

Sicilia, caos per le “ex Province”: l’impugnativa del governo nazionale sollecita l’Ars

provinceLa riforma sulle tanto discusse “Province” siciliane sta divento per il presidente della Regione, Rosario Crocetta, un vero tormento.

Annunciata forse con qualche piccola leggerezza in quella famosa trasmissione televisiva condotta dal giornalista Massimo Giletti, quello che resta oggi delle province siciliane è l’incertezza più assoluta. Mentre nel resto d’Italia tutto, o quasi, sembra avere trovato un “quadro” normativo più o meno assestato, l’Assemblea Regionale Siciliana dovrà tornare al voto per modificare la legge di riforma delle nove ex Province. Errori che, con molta probabilità, sono frutto di una leggerezza che il parlamento siciliano ha voluto porre in essere badando più all’apparenza che alla sostanza. Sono più di due anni che le strutture intercomunali operano in fase commissariale. La legge, che ha portato ad istituire tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e sei liberi consorzi, approvata dall’Ars, con tante difficoltà solo qualche mese addietro, oggi è “impugnata” dal governo nazionale.

Un problema di non poco conto, visto che solo qualche giorno addietro il presidente Crocetta aveva annunciato la data del 29 novembre per le elezioni dei presidenti dei Liberi Consorzi.

Un “caos” senza fine sul quale lo stesso Rosario Crocetta sta tentando la via della mediazione con il governo nazionale e sul quale cercherà di evitare possibili “scontri istituzionali”. Si tenta dunque la via del dialogo, seppur non è un mistero che negli ambienti regionali l’impugnativa “brucia” e non poco.

L’impugnativa alla legge sui liberi consorzi è inevitabile, ci sarà“. Ad affermarlo ai giornalisti è l’assessore regionale alle Autonomie locali Giovanni Pistorio che ha aggiunto: “L’impugnativa ci sarà – evidenzia Pistorio – il governo centrale però potrà rinunciarvi dopo che l’Ars avrà approvato una nuova legge. Stiamo lavorando per questo, alla fine della prossima settimana presenteremo alla commissione Affari costituzionali dell’Ars un nuovo testo dove rimoduleremo i contenuti partendo dall’introduzione del voto ponderato. Sugli altri punti resta aperta l’ipotesi di una contestazione dell’impugnativa davanti alla Corte costituzionale“.