fbpx
Cronaca Regioni ed Enti Locali

Sequestro del depuratore del Villaggio Mosè: i particolari dell’inchiesta

sequestro depuratore 1Dopo la notizia sul sequestro del depuratore del Villaggio Mosè di Agrigento, con l’apposizione dei sigilli da parte del Nucleo di Tutela Ambientale della Polizia Municipale di Agrigento, emergono i primi particolari sull’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Agrigento, attraverso i sostituti procuratori Silvia Baldi, Alessandra Russo e Antonella Pandolfi.

Risulterebbero infatti indagati Marco Campione, in qualità di legale rappresentante della Girgenti Acque Spa, e Giuseppe Giuffrida, nella qualità di (ex) amministratore delegato della società che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento. Per l’accusa, in assenza di una specifica autorizzazione, si sarebbe provveduto a scaricare reflui della rete fognaria del Villaggio Mosè in un torrente che si ricongiunge con il fiume Naro; dove poi sfocia direttamente nel mare.

Sulla vicenda del depuratore del Villaggio Mosè, come si ricorderà, l’associazione “Agrigento Punto e a Capo” condusse parecchie attività che denunciavano alcune delle problematiche insistenti. Non ultimo il canone di depurazione che Girgenti Acque faceva pagare ai cittadini:

Gli attivisti del gruppo Agrigento Punto e a Capo – scrive uno degli attivisti, Mario Aversa – da circa 6 anni intervengono sulla questione “depuratore” e tutto ciò che vi gira intorno, ponendo in risalto oltre ai problemi della insufficiente capacità depurativa dei reflui, dovendo fronteggiare il fabbisogno di una utenza di gran lunga superiore alla capacità ricettiva, non ultimo il pagamento in bolletta da parte dei cittadini di un servizio di una depurazione molto discutibile“. Un’attività avviata anche grazie a numerosi volantinaggi informativi con allegato il modello della domanda di rimborso per la depurazione non fruita da inviare a Girgenti Acque.

Anche le analisi effettuate dall’Arpa rilevarono come i reflui in entrata erano meno inquinanti rispetto a quelli in uscita. Una struttura che seppur progettata per un’utenza di circa mille abitanti, serve un quartiere ben più popolato. Un paradosso che pare non essere passato inosservato da parte degli organi inquirenti che contestano agli indagati vari reati che vanno dallo scarico non autorizzato alla frode.

© RIPRODUZIONE RISERVATA