Scuole specializzazione area non medica, Moscatt (Pd) lamenta il blocco con i ministri competenti
Il deputato nazionale del Partito democratico Antonino Moscatt ha presentato un’interrogazione parlamentare, indirizzata al ministro della salute Beatrice Lorenzin ed a quello dell’Istruzione Stefania Giannini, sulle scuole di specializzazione per l’area “non medica”.
Moscatt lamenta il blocco delle scuole di specializzazione per l’area non medica ed in particolare per quella dei biologi. “Le scuole sono bloccate da due anni, seppur sia statuita la garanzia all’accesso alle scuole di specializzazione nel settore medico e sanitario ai laureati magistrali biologi, chimici ed in genere per l’area non medica, con l’attribuzione dei contratti di formazione già previsti invece per i laureati in medicina e chirurgia”.
Seppur esiste un decreto interministeriale, che aveva già ricevuto parere positivo del Css sul riassetto delle scuole di specializzazione di area sanitaria, ad oggi il decreto propedeutico per l’emanazione di altri decreti ministeriali che regolano la materia non risulta sia stato esitato.
“Ho chiesto ai ministri competenti – spiega Moscatt – di conoscere lo stato attuale dell’iter relativo all’approvazione del decreto interministeriale ed i tempi di attuazione. Chiedo si ponga fine ad una palese, ingiustificata ed iniqua discriminante tra qualificati professionisti, che operano in un unico delicato contesto diretto alla salvaguardia dalla salute dei cittadini. I lavoratori dell’area sanitaria costituiscono una risorsa essenziale per il buon funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, al pari degli specializzandi medici.
Ad oggi – continua l’esponente del Pd – la mancata emanazione del decreto in questione, ha creato all’interno delle strutture sanitarie una situazione discriminatoria che si manifesta anche con il malcontento degli operatori sanitari che giornalmente operano in sinergia con i medici. Da un lato i laureati in medicina e chirurgia fruiscono di regolare contratto di specializzazione retribuito, dall’altro tutto il resto degli operatori ‘area medica’ sono esclusi da siffatte borse di studio pur prestando attività lavorativa full time, conclude Moscatt”.