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Sciacca, riprende il servizio autobotti, siglato importante accordo

Dopo una settimana di proteste degli autisti delle autobotti, Aica e le imprese private di trasporto acqua sono pervenuti a un importante accordo di collaborazione. Tale risoluzione è stata ratificata nell’ultima assemblea consiliare pubblica del Comune di Sciacca.
L’intervento del Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, del sindaco Fabio Termine e del management di Aica ha garantito il rapido ripristino del servizio di autobotti. Ciò consentirà agli utenti con contratto regolare con Aica e a coloro che risiedono in zone non servite dalla rete idrica di beneficiare del servizio di approvvigionamento idrico.

L’accordo, che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2024, costituisce una deroga rispetto alla precedente condizione di convenzione obbligatoria con Aica per le ditte private. Durante la seduta consiliare, il presidente Cantone e il direttore generale Guarneri hanno riconosciuto l’urgenza della situazione, sottolineando la necessità di operare nel rispetto dei principi di legalità e trasparenza e manifestando la volontà di rispondere prontamente alle richieste dei cittadini e degli operatori turistici della città portuale.

In risposta all’emergenza, Aica ha attivato un secondo punto di carico presso il serbatoio di contrada Rocche Rosse a Sciacca, oltre al punto di carico già operativo in contrada Sovareto Sitas, per facilitare il rifornimento delle autobotti. Sciacca è un centro cruciale della provincia per l’elevato afflusso turistico e necessita quindi della massima attenzione possibile, attenzione che Aica riserva comunque a tutto il territorio provinciale.

Si sottolinea l’impegno continuo, giorno e notte, del management, dei tecnici e degli operatori di Aica, che stanno fronteggiando una situazione estremamente complessa e difficile, sia a causa delle problematiche ereditate dal passato sia per l’attuale contesto congiunturale. I fattori climatici hanno aggravato la criticità, portando il Presidente del Consiglio dei Ministri a dichiarare lo stato di calamità.

foto archivio