La CGIL, a tutti i livelli (locale e provinciale) ha sostenuto pubblicamente le ragioni del “Comitato per la Sanita”’ condividendo la perdurante incertezza sul destino dell’Ospedale di Sciacca per come è stato, fin qui, delineato dalle sempre nuove bozze per il riordino della nuova rete ospedaliera siciliana.
Non riteniamo che sia complicato per nessuno prendere atto che la classificazione circolata non tenga conto delle molteplici specialità che sono presenti nella struttura di Sciacca (cardiologia con UTIC, emodinamica, rianimazione con camera iperbarica, oculistica, oncologia, servizio immunotrasfusionale, Banca del cordone, Anatomia Patologica …).
Ne riteniamo sia difficile riconoscere che, per la sua collocazione geografica, Sciacca offre questa sua capacità assistenziale verso utenti provenienti da un territorio compreso tra le province di Agrigento, Trapani e Palermo.
Non a caso, nella precedente architettura organizzativa Sciacca era Azienda Ospedaliera per l’emergenza di 2° livello.
Come viene fatto osservare dal “Comitato” : “lo stesso “Documento metodologico…”, prot.64501 del 25 luglio 2016, dell’ Ass. Reg.le, laddove descrive gli ambiti territoriali (pag. 5) alla base delle diverse tipologie di ospedali avrebbe consentito (e consentirebbe) una classificazione quantomeno come Spoke del P.O. Di Sciacca.
Sarebbe paradossale che questa classificazione venisse negata ad un ospedale che gia’ dispone, per esplicita ammissione del succitato documento (pag. 12, punto 7) delle specialita’ di cui dovrebbero attrezzarsi altri ospedali identificati come spoke”.
Per questa ragione abbiamo chiesto alla delegazione della CGIL, nel corso della consultazione delle Organizzazioni Sindacali, che per la nostra provincia sostengano queste ragioni che, peraltro, sono condivise dall’Assemblea Provinciale dei Sindaci della Provincia di Agrigento che si è tenuta, su nostra sollecitazione, un mese fa.
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