Riforma del Codice dei Contratti, cresce il dissenso degli architetti
Sono 102 gli Ordini degli Architetti Italiani, che hanno sottoscritto ed inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, per chiedere una profonda revisione del nuovo Codice dei contratti, al fine di superare una serie di criticità che mortificano la centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio; ridimensionano notevolmente strumenti indispensabili per promuovere la qualità del progetto, come i concorsi di progettazione; chiudono il mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio piccole e ai professionisti di talento e rilanciano procedure stantie, come l’appalto integrato, che relegano il progetto ad un ruolo del tutto marginale nell’esecuzione delle opere pubbliche.
L’Ordine agrigentino, che è tra i sottoscrittori del documento, nei giorni scorsi aveva anticipato il malessere degli architetti nei confronti di una riforma del quadro normativo in materia di appalti, che segna un netto passo indietro rispetto alle politiche innovative degli ultimi anni, votate a rilanciare la centralità del progetto e ad aprire il mercato dei lavori pubblici ai “cervelli”.
“Con la nostra lettera aperta – afferma il presidente dell’Ordine di Agrigento, Rino La Mendola – abbiamo chiesto al Governo di rivedere il nuovo Codice dei contratti, già approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, sottolineando che il principio della semplificazione e quindi del “fare in fretta” non può mettere in secondo piano il principio del “fare bene. Il nuovo Codice deve puntare su apertura del mercato, trasparenza, leale concorrenza ed equo compenso, rilanciando contestualmente strumenti importanti come i concorsi di progettazione, aperti alla più ampia partecipazione, con l’obiettivo di promuovere il talento dei professionisti, fondamentale per garantire la qualità dell’architettura e, di conseguenza, la qualità della vita nelle nostre città”.
Il Consiglio nazionale degli architetti, unitamente alla Rete delle Professioni Tecniche, ha presentato al Governo un documento con un pacchetto di emendamenti necessari a superare le criticità rilevate nel testo varato dal Consiglio dei ministri, che sarà presto sottoposto al parere delle commissioni parlamentari competenti per materia.
“Confidiamo in una presa di coscienza del Governo – conclude La Mendola – sull’opportunità di valutare positivamente i suggerimenti degli “addetti ai lavori”. Nel caso contrario, siamo pronti a condividere, con gli altri componenti della “filiera delle costruzioni”, altre forme di protesta”.
Si allega il testo integrale della lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, sottoscritta da 102 (su 105) Ordini degli architetti italiani.