Rifiuti comune di Agrigento, Buscemi (Fp Cgil): “non deve finire così”
“Il comune di Agrigento non naviga nell’oro, è risaputo, tanti servizi lasciano a desiderare, necessita, un cambio di passo rispetto ad una gestione politica amministrativa avuta da oltre un decennio; il punto è da cosa iniziare come incidere sulle risorse che si possono recuperare“.
Ad intervenire sulla questione licenziamenti degli operatori ecologici impegnati al servizio di racconta dei rifiuti ad Agrigento, è il segretario provinciale della FP CGIL, Alfonso Buscemi (in foto), che in una nota stampa afferma:
“Noi crediamo che non si possa approfittare della singola circostanza per avere l’alibi di tagliare spese per il personale e poter mettere una toppa navigando a vista; ieri è successo per il servizio di trasporto dei diversamente abili di Casa della Speranza oggi sulla raccolta dei rifiuti e domani a chi toccherà? Si grida allo scandalo per il numero dei lavoratori utilizzati e si fanno confronti con il numero di lavoratori dei paesi del nord. Nessuno dice, però, che al nord non nascono discariche abusive ad ogni angolo di città oppure non buttano via l’immondizia a qualunque ora del giorno e, forse, non succede neanche di vedere qualche cittadino che poggia il sacchetto della spazzatura sul cofano della macchina per lasciarlo cadere a terra vicino al cassonetto risparmiando la fatica di scendere. Tutto questo ha un costo che si trasforma nell’esigenza di avere maggiore personale“.
“In ogni caso – continua Buscemi – anche questo è solo un alibi perché alle dichiarazioni di principio secondo cui ci sarebbero troppi lavoratori, molti sindaci, non hanno mai controllato cosa succedeva in questo versante e, soprattutto, non proponevano un utilizzo migliore. Quanti sono i comuni che hanno tentato di migliorare il servizio di raccolta differenziata? Quanti hanno approfittato dei lauti finanziamenti che hanno avuto a disposizione per avere centri comunali di raccolta? E’ stata solamente incapacità, menefreghismo o che cosa, lasciare andare le cose come sono andate? (male)! Questi sindaci che sono in carica da cinque o più anni cosa hanno fatto per fare nascere le Società Regolamentazione Rifiuti e farli funzionare in quanto avrebbero potuto prevenire gli abusi che si stanno perpetrando in tanti comuni?“.
“Per ritornare alla vertenza che vede ventuno lavoratori scaricati dal comune di Agrigento, ho avuto l’impressione che l’amministrazione abbia giocato d’azzardo, magari confidando sul fatto che alla fine si sarebbe messa una toppa con il contratto part-time. Purtroppo, non è andata così. Forse, sono stati influenzati dal tifo di chi dal proprio punto di visto ritiene che necessitasse tagliare per abbassare la bolletta, anche questo è da vedere perché sono convinto che questi soldi risparmiati licenziando i ventuno lavoratori non abbasseranno nessuna bolletta.
Fa specie sentire richiamare i netturbini che perdono il posto di lavoro al rispetto delle regole. Certo, naturalmente siamo d’accordo, perché le regole si rispettano, sempre. Ma se a non rispettare le regole è una pubblica amministrazione che si fa? Si ricorre alla giustizia ma nel frattempo il danno alle famiglie dei lavoratori licenziati chi lo paga? Preciso meglio; il progettista alla domanda perché mancano questi soldi per coprire tutti i posti di lavoro risponde “ perché queste sono le risorse che l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione”; ancora, l’ultima Ordinanza del Presidente della Regione ordina di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per arrivare da subito, (no domani ma ieri) ad un minimo di raccolta differenziata al 35%. Quindi, ci sono almeno due ragioni per bloccare questo bando“.
“Adesso c’è da chiedersi se l’attuale Amministrazione ha sottovalutato l’intera vicenda oppure sentendosi sotto ricatto (come più volte dichiarato) ha reagito per dimostrare che è forte? Oppure, più semplicemente ha approfittato del fatto che altri hanno fatto il lavoro sporco e hanno pensato che l’occasione era buona per fare cassa? Naturalmente, con il tempo ci daremo una risposta perché se la scelta è politica cioè tagliare e basta vuol dire che ci aspettiamo altri tagli e altri licenziamenti. Ma in un momento di profonda crisi che dura da otto anni una pubblica amministrazione non dovrebbe garantire maggiori servizi creando quel minimo di occupazione per non fare morire i propri figli non farli scappare tutti all’estero o costringerli a chissà quali atti per poter sopravvivere? Spesso parliamo di dignità dei lavoratori, da papà penso sempre a cosa si possa rispondere alla moglie quando dice al marito non ho mangiare per i bambini. Oggi, uno dei licenziati mi ha insegnato un’altra terribile cosa spiegandomi che il bambino lo porterà dai suoceri che lo sfameranno ma il grande ventenne gli dà maggiori pensieri perché pur essendo stato educato con poco non potrà chiuderlo in casa perché non avrà gli spiccioli per stare in compagnia dei propri amici che inevitabilmente qualche euro lo devono spendere. Capisco – conclude Alfonso Buscemi – che questo dramma oggi non è solamente per le famiglie dei ventuno netturbini ma di migliaia o milioni di famiglie ma questo non significa che non si doveva fare in modo di salvare almeno queste famiglie“.