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Ricky Portera, una leggenda della musica italiana

Francesco Pira e Ricky Portera

Tanti anni fa quando lavoravo a Videomusic l’ho incontrato nel salotto di Red Ronnie. Lui Ricky Portera è davvero una leggenda della musica italiana.

Ha fondato gli Stadio con Gaetano Curreri. Intensa la sua collaborazione con Lucio Dalla che gli ha dedicato la canzone “Grande figlio di puttana”. Ha suonato con Ron, Loredana Bertè, Eugenio Finardi, Samuele Bersani, Paola Turci con cui è stato a Sanremo. Un messinese con l’accento modenese di una simpatia incredibile. Abbiamo parlato di tante cose quella sera. E non ho resistito a chiedergli uno scatto insieme per immortalare l’incontro con uno dei più grandi musicisti italiani.

Ho avuto la fortuna nella vita di incontrare grandi personaggi di vari mondi. Mi è successo da giornalista prima e da sociologo e docente universitario dopo. E’ accaduto per caso o perché era previsto e prevedibile. Certo non tutti gli incontri sono stati positivi. Qualcuno mi ha deluso, altri invece mi hanno entusiasmato. Ricordo uno dei miei primi servizi a Videomusic, un concerto contro la droga a Roma, dove in un sol colpo intervistai tantissimi personaggi. Persino Ornella Vanoni. Oppure quella volta che parlai di amicizia e amore tra uomo e donna con Moana Pozzi. O ancora il mio primo incontro con Bruno Pizzul, il telecronista che amo di più. E poi Dino Zoff che da poster nelle mia stanza si trasformò in carne ed ossa. Riuscii a farlo parlare, presentando un suo libro, del silenzio stampa ai mondiali ed anche della prima volta che parò qualcosa: delle pere che gli tirava sua nonna nel giardino di casa in Friuli. Il mondo della musica mi ha regalato momenti intensi: Jovanotti con cui ho parlato di mafia. Ed ancora l’indimenticabile Mia Martini. O Franco Battiato, nel mezzo del palcoscenico del Teatro Nazionale di Bagdad. Questa premessa per dirvi che qualche sera fa al termine di una trasmissione televisiva a Messina, per la precisione Malalingua condotta su TCF da Emilio Pintaldi, il Presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, ci invita in un suo locale a mangiare qualcosa. E ci dice: “c’è Ricky Portera”. Pensavo fosse una battuta. Ho conosciuto questo grandissimo chitarrista quando sedicenne trasmettevo alla radio. Non sapevo fosse messinese. Ero convinto fosse nato a Modena. Ha fondato con Gaetano Curreri gli Stadio. Ma la sua intensa collaborazione con Lucio Dalla, gli permise di esibirsi in tour con il compianto cantautore modenese. E’ stato chitarrista di Ron e di altri due artisti italiani famosi: Eugenio Finardi e Loredana Bertè. Dopo il divorzio con gli Stadio collabora con Nek, Massimo Bozzi, Robert & Cara. Ed ancora approda a Sanremo con Paola Turci al festival del 1996 e dieci anni dopo è il chitarrista di Anna Tatangelo per il brano Essere una donna. Nel 1990 debutta col primo album, poi il ritorno con Lucio Dalla in studio e dal vivo. Nel 2007 esce il secondo album da solista che rivede insieme gli Stadio (Pezzoli alla batteria, Costa al basso e Gaetano Curreri). Cittadino onorario di Mistretta (Messina), è uno dei grandi protagonisti del CD live “La notte della chitarre” . Sempre da solista pubblica l’album Fottili e realizza Una serata per Lucio (Battisti e Dalla) insieme ad Alberto Radius. Ha vissuto di musica e attraverso i suoi testi riesce anche a combattere le sue piccole grandi battaglie. E’ difficile raccontare la sensazione che si prova nel parlare con un vero mito della musica come Ricky Portera. Mentre parla ripensi alle sue esibizioni, alle sue canzoni, a come sa vivere in simbiosi con sua chitarra. Alla leggenda che gli hanno sempre attribuito tantissime donne. Perché i chitarristi sono quelli più cercati al termine del concerto. Ha voglia di raccontare ma anche di ascoltare. Riesce certo a diventare protagonista della scena, Però lo fa con garbo, esponendo i suoi tatuaggi e i suoi anelli. Un vero grande artista deve saper suonare ma anche saper capire il mondo che lo circonda. E’ un pregio. Grazie Ricky per questa grande gioia di una chiacchierata unica. Un pezzo di colonna sonora della mia vita l’hai suonata anche tu.

Francesco Pira