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Cronaca Regioni ed Enti Locali

Ribera, donna riconosce al mercato i suoi truffatori: acciuffati dai Carabinieri

foto-cc-mercatoUna donna riconosce i suoi truffatori al mercato settimanale, chiama i Carabinieri e scatta l’inseguimento a piedi.

È successo a Ribera, giovedì scorso, durante il mercato settimanale, quando una donna del posto, non credendo ai suoi occhi, ha rivisto, tra la folla degli acquirenti, i tre finti esperti di pietre preziose che l’avevano truffata qualche settimana prima. Senza perdersi d’animo, ha subito chiamato il 112. Immediato l’intervento dei carabinieri della locale tenenza, già presenti in borghese al mercato. Dopo aver individuato i tre soggetti, i militari si sono avvicinati. I sospettati però, intuendo la situazione, hanno tentato una repentina quanto inutile fuga. Dopo un breve inseguimento a piedi infatti i tre sono stati bloccati ed identificati dai militari. I tre, tutti già con precedenti per truffa, residenti nel palermitano, sono stati denunciati per truffa aggravata e continuata in concorso. Perquisiti, sono stati trovati in possesso di alcuni gioielli falsi, di svariate banconote da 500 euro anch’esse fasulle e di una lente di ingrandimento. Tutto il materiale è stato sequestrato dai carabinieri.

L’operazione rientra in una serie di servizi preventivi disposti dal comando provinciale di Agrigento proprio per infrenare l’odioso fenomeno delle truffe di vario genere di cui fanno le spese maggiormente le fasce più deboli, anziani soprattutto.
A Ribera, in particolare, i militari della tenenza, già da qualche settimana svolgono dei servizi preventivi, in borghese, durante il mercato settimanale, momento in cui gli anziani vengono maggiormente avvicinati da individui in cerca di facili guadagni.

Tra le truffe più gettonate proprio quella delle false pietre preziose in cui i truffatori, di solito in tre, con diversi ruoli ben definiti riescono a convincere la vittima della genuinità e l’autenticità del gioiello.
La tecnica di approccio è la seguente. Un truffatore, fingendo di essere un commerciante di pietre preziose, di solito straniero, si avvicina alla vittima prescelta e con la scusa di dover rientrare al paese di provenienza e di necessitare di denaro in contante, propone alla malcapitata l’acquisto di gioielli o di pietre preziose ad un prezzo scontatissimo. Il tutto reso necessario dall’esigenza di contanti per il viaggio di rientro.

Dopo qualche minuto, “casualmente” si avvicina un complice, “esperto” di pietre preziose, che viene in aiuto della vittima, fugando eventuali dubbi sull’autenticità e sul valore delle gemme. Subito dopo, fingendo di essere un amico dello stesso esperto, si avvicina un terzo soggetto che, rendendosi conto della compravendita in atto, fingendo di non voler perdere l’occasione, si manifesta interessato a voler concludere a tutti i costi l’acquisto della pietra, rendendosi disponibile anche a dare un acconto, a titolo di caparra.

A questo punto il finto commerciante di pietre preziose, “gentiluomo” che ha iniziato precedentemente la trattativa con la vittima, afferma che i gioielli devono essere venduti necessariamente alla vittima, che è arrivata per prima. Il tutto viene reso ancora più credibile, dall’insistenza dell’altro acquirente, che consegna dei soldi (falsi) a titolo di acconto al finto commerciante, per indurre la vittima a prendere posizione velocemente ed a concludere quanto prima la trattativa.

Talvolta, come a Ribera, il giochetto funziona e la vittima alla fine consegna centinaia, talvolta migliaia di euro in contante al venditore, che le consegna il “gioiello o la pietra preziosa” facendo successivamente perdere le proprie tracce, unitamente agli altri del gruppo.
E’ proprio in seguito a svariate denunce di truffa, qualcuna proprio con questo metodo, che i militari della tenenza hanno iniziato a eseguire dei servizi in borghese.