Ha risposto alle domande del Gip del Tribunale di Sciacca respingendo ogni accusa. Si tratta del 34enne di Ribera arrestato dai militari dell’Arma dei Carabinieri poiché accusato di avere ceduto del metadone causando la morte di un ventunenne.
Come si ricorderà, a tale ricostruzione sono giunti gli inquirenti grazie al buon esito delle indagini avviate subito dopo aver appreso della morte del ragazzo. Infatti, i militari già nelle primissime fasi individuavano nel giovane 34enne lo spacciatore e poi, d’intesa con il P.M. della Procura della Repubblica di Sciacca, ne perquisivano l’abitazione avendo conferma di essere sulla strada buona. Infatti, nel domicilio del giovane venivano trovati eroina, metadone e un bilancino di precisione, evidentemente usato per confezionare le dosi. Ciò che consentiva, però, agli inquirenti di avere definitiva certezza di essere davanti allo spacciatore che aveva ceduto lo stupefacente al ragazzo poi deceduto per overdose, era l’esame del cellulare del 34enne.
Quest’ultimo deve infatti rispondere delle accuse di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e morte come conseguenza di altro delitto.
Il suo legale ha chiesto la revoca della misura cautelare. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Michele Marrone, sono state avviate subito dopo la morte del 21enne per overdose.