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Referendum, le ragioni del “NO” per Mario Lazzano (Fi)

A ottobre o novembre ancora non si sa, saremo chiamati ad esprimerci sulle riforme costituzionali attraverso il referendum e sarà un appuntamento davvero importante.

“Mi rivolgo ai giovani, – afferma l’ex consigliere provinciale di Agrigento, il saccense Mario Lazzano (in foto) – il mio primo appello è sulla partecipazione. Se non ci occupiamo della politica sarà la politica che, prima o poi, si occuperà di noi e il più delle volte non lo fa nel migliore dei modi non curando abbastanza il bene comune.
La non partecipazione ha l’effetto automatico che qualcuno sceglierà per voi e non è certo l’astensione la cura per i nostri problemi”.
“La riforma costituzionale Renzi-Boschi è da bocciare sia nella forma che nella sostanza.
Nella forma, in quanto il Parlamento che è stato chiamato a pronunciarsi sulle modifiche della legge fondamentale dello Stato, seppur legittimato ad operare nella sua azione ordinaria, manca della legittimità politica (Renzi è un abusivo non eletto dal popolo) per intraprendere un percorso riformatore in quanto il Porcellum è stato reso incostituzionale”.
“La nostra Repubblica – continua Lazzano – si basa, inoltre, sulla separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) e non sarebbe compito del potere esecutivo ma del Parlamento, ossia del potere legislativo, promuovere iniziative di modifica della Costituzione.
Risulta evidente a tutti il tentativo del Governo di spostare l’obiettivo dalla discussione nel merito al plebiscito pro o contro Renzi, evidenziando ancor più l’invasione di campo dell’Esecutivo sulla riforma costituzionale”.
“Se entriamo nel merito della riforma non possiamo separarla dagli effetti del combinato disposto con la nuova legge elettorale denominata “Italicum” che pone gravi problemi di rappresentanza attraverso la nomina dei parlamentari secondo il criterio esclusivo di fedeltà ai leader di partiti trasformati in semplici regimi personalistici.
La sovranità verrà sottratta al popolo e consegnata ad una minoranza parlamentare che, grazie al premio di maggioranza, si impossesserà di tutti i poteri”.
“Sempre nel merito della riforma si cambia la seconda parte della Costituzione trasformando la forma di governo in un premierato ibrido snaturando il senso di una repubblica parlamentare che verrà ancor più mortificata attraverso i decreti legge, i colpi di fiducia e meccanismi parlamentari nati per demolire il confronto parlamentare.
Non è vero che si supera il bicameralismo ma lo rende più contorto e crea più conflitti di competenza tra Stato e Regioni, tra Camera e nuovo Senato. Con questa riforma si privilegia la governabilità sulla rappresentatività e si eliminano i contro-poteri esterni alla Camera senza compensarli con contropoteri interni.
Non è vero che ci sarà una semplificazione poiché aumenteranno i procedimenti legislativi e si incrementerà la confusione. Il nuovo Senato delle Autonomie sarà formato da consiglieri regionali e sindaci (che avranno anche l’immunità parlamentare e che dovranno dividersi, in una sorta di part-time e/o (dopolavoro ferroviario), nell’espletare i due mandati operando fuori sede”.
“Non è vero che si ridurranno i costi della politica poiché il Senato rimarrà nella sua struttura e i suoi costi si ridurranno solo di un quinto. Stessa cosa hanno fatto con le Province che hanno tolto il voto al polo per consegnarlo a sindaci e consiglieri comunali che a sua volta si voteranno fra di loro con la benedizione dei rispettivi partiti politici di appartenenza. Una autentica vergogna!!!!”
“Non è vero che aumenterà la partecipazione diretta da parte dei cittadini in quanto triplicheranno da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare e con la nuova legge elettorale, l’Italicum, avremo quasi tutti i deputati nominati attraverso liste bloccate e non scelti direttamente dai cittadini elettori oltre a negare l’elettività diretta del Senato delle Autonomie. Bastava rirurre il numero dei deputai a 400 e cancellare il Senato come ha sempre detto il centrodestra.
Non è vero, infine, che il centro destra non abbia provato a fare le riforme. Nel 2006 approvò una riforma costituzionale che riduceva i parlamentari, superava il bicameralismo perfetto e introduceva una sorta di federalismo morbido attraverso la devoluzione.
Questi sono i motivi per cui ritengo e riteniamo di dire No ad una riforma costituzionale approvata con arroganza, con l’utilizzo della propaganda che ci propinano attraverso le rete di Stato distogliendo la pubblica opinione dai tanti problemi che l’assillano dalla disoccupazione alla mancata crescita economica, dal mancato rinnovo dei contratti pubblici al fenomeno della immigrazione. Infine questo attuale governo si regge solo con i voti di transfughi dell’NCD eletti sotto le insegne del popolo della Libertà con Berlusconi Presidente e consegnati all’avversario Renzi- PD. Non si può andare avanti con le slide e i selfie di Renzi. L’Italia ha bisogno di un vero governo legittimato dal popolo sovrano. Per queste ed altre ragioni voterò ed invito a votare NO a questa riforma farsa. A Sciacca a breve costituiremo il Comitato del NO al referendum”.
“Chissà perché oggi sono disposti a cambiare l’Italicum. Segno che il fronte del NO sta crescendo e la paura di una sconfitta in casa Renzi comincia a dilagare. Le nostre ragioni del No sono legate in particolare alla mancata svolta Presidenzialista, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, il sindaco d’Italia, è sempre stata per noi di DESTRA la madre di tutte le riforme». “Renzi e parte del PD hanno avuto meno coraggio di D’Alema e Berlusconi (bicamerale) e hanno preferito lasciare l’elezione del Capo dello Stato nelle mani di accordi parlamentari, extraparlamentari, di segreterie di partito, per l’esattezza di fazioni e/o bande di partito”. Così si mantiene la consuetudine Italiana di avere un Capo dello Stato di Palazzo che attraverso manovre di Palazzo possa continuare a nominare capi del Governo di Palazzo”, “Marionette nelle mani di altri poteri che gestiscono l’Italia sulla pelle dei Cittadini. Il referendum è dunque lo strumento per rompere questa catena ormai insopportabile”.

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