Referendum anti-trivellazioni: ecco quanto costa al Comune di Agrigento

Il 17 aprile saremo chiamati ad esprimere il nostro voto sul referendum popolare abrogativo relativo al divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro le dodici miglia marine.

Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero più scadenza certa.

Cosa ci verrà chiesto: il testo del quesito è il seguente: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

Se vinceranno i “Sì”, saranno bloccate. Se vinceranno i “No”, continueranno a estrarre petrolio e metano.

Il Comune di Agrigento pertanto si prepara all’appuntamento referendario, predisponendo il programma di spesa per assicurare l’espletamento di tutti gli adempimenti connessi alle elezioni. In particolare tutte le spese da sostenere dovranno essere contenute entro il limite massimo di 150 mila euro.

Un budget che verrà prelevato dal cosiddetto “Fondo di riserva” per creare la disponibilità finanziaria negli stanziamenti di spesa da creare nell’esercizio finanziario 2016: Nel dettaglio i fondi saranno così suddivisi:

Compensi componenti di seggio, euro 32.050,00; beni per consultazione elettorale, euro 7.800,00; spese per servizi e manutenzioni, euro 12.000,00; straordinario personale a tempo indeterminato, euro 67.950,00; lavoro aggiuntivo personale tempo determinato, euro 3.380,00; contributi a carico dell’Ente, euro 20.757,00; Irap, euro 6.063,00.

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