Ravanusa: topi a scuola, protestano le mamme. Approvato il Piano Triennale delle Opere Pubbliche
RAVANUSA. Editoriale di Silvio D’Auria – Tra ritardi per l’inizio dei lavori consiliari e momenti di tensione, il Consiglio Comunale, convocato alle 9:30 di giovedì, iniziato in seconda seduta straordinaria e urgente, ha approvato il Piano Triennale. delle OO.PP. 2015-2017.
La seduta è iniziata con ritardo: le mamme degli alunni della “Don Bosco”, alle 9:30 entrano nell’Aula “Lillo Gattuso” per incontrare il Sindaco e, al contempo, esternare la comprensibile rabbia conseguente alle gravi difficoltà dell’Istituto, invaso da settimane da escrementi di topo. Dopo la chiusura del Plesso, prevista almeno fino a domani, il Sindaco prova a rassicurare i genitori, assumendosi e confermando l’impegno circa gli interventi di pulizia straordinaria già in corso e preannunciando l’eventuale (possibile) proroga dell’Ordinanza di chiusura, firmata 5 giorni fa, dopo il prossimo “tavolo tecnico” sentito l’Ufficiale Sanitario, Dott. C. Nobile, che ha imposto, da giorni, il protocollo sanitario previsto in questi casi: pulizia straordinaria e derattizzazione dell’immobile compresa l’ampia area circostante lungo via Delle Scuole nei pressi della scuola stessa.
Ha fatto seguito l’intervento del Consigliere Giacomo Vivacqua (Megafono) che, tra disapprovazione generale dei genitori e qualche cenno di consenso, ha sottolineato, non senza toni critici, la presunta omessa vigilanza (con chiaro riferimento alla c.d. “culpa in vigilando”) del Sindaco e di chi deve assicurare “degnamente” la pulizia delle scuole quindi il controllo igienico-sanitario a beneficio e a tutela dell’intera utenza scolastica. Alle 10:45 iniziano i lavori consiliari, tra momenti di tensione, scanditi da disappunti e polemiche sottovoce dei Consiglieri degli opposti schieramenti e da due sospensioni. Per la cronaca, nel corso della seduta si registrano, oltre l’intervento del primo cittadino quelli dei Consiglieri: Vito Ciotta, Pompeo Savarino, Mimmo Savarino, Giancarlo La Greca, Maria Teresa Rago, Salvatore Puccio, Giacomo Vivacqua e Calogero Avarello. Vi daremo conto delle dichiarazioni dopo la raccolta dei rispettivi comunicati, post-seduta, di M. T. Rago, Vivacqua, Ciotta, P. Savarino, mentre lunedì mattina è indetta conferenza stampa del Sindaco nel Palazzo di Città.
Alla fine. ore 13:15, il Piano Triennale delle OO.PP. viene approvato. Senza spargimenti di sangue!
* 9 favorevoli (N.C.D.- M.P.A. – Gruppo Misto)
* 7 astenuti (P.D. – Rav. nel Cuore -Megafono – Mov. 5 S)
* 2 contrari (Avarello S.E.L. e Puccio C.P.)
— La maggioranza all’ombra del Sindaco…c’è! Ogni rischio attorno al suo tavolo è stato, giusto in tempo, scongiurato. Durante la seduta Carmelo D’Angelo (N.C.D.) è costretto a replicare più volte ma senza assolutamente scomporsi (sa fare il suo mestiere) mentre porta, quindi, a casa un’altra vittoria. Forte dei numeri, seppur risicati, che i suoi gli assicurano. Non a caso Maria Teresa Rago (N.C.D.) questa volta è stata tra i primi a raggiungere il primo piano dell’edificio di via Roma seguita “di corsa”, ma senza pettorina, da Giancarlo La Greca (N.C.D.). Poi, via via, da tutti gli altri. A trascinare verso il voto favorevole c’è il lavoro certosino, non tanto celato, di Vito Ciotta (P.D.) Presidente dell’Assise. Nulla di nuovo nel retroscena politico cittadino: il connubio Sindaco-Presidente del Consiglio, testato ai piedi del Monte Saraceno, almeno nei numeri continua a vincere. Un “feeling politico” che se non fosse per le aspirazioni prossime future di Ciotta durerebbe molto più a lungo. Non è una novità per noi. Riferitelo casomai agli elettori di Cuneo, di Bolzano o agli utenti del sito PADANIA. ORG, il sito della Lega che ha pubblicato di recente uno dei miei articoli. Loro ignari non lo sanno, almeno fino ad oggi. Poco gliene importa, giustamente. Figuriamoci.
Ma tranquilli e buoni: non sto svelando il mistero del “Sacro Graal”.
E’ una vittoria che non è solo contenuta nei verbali della seduta odierna ma anche nelle risposte che D’Angelo chiama “del fare”, rese con burbero atteggiamento a risposta dei suoi più acerrimi oppositori. Vicini e lontani da via Roma, dentro e fuori il Palazzo di Città. E’ un Sindaco certamente attivo, furbo ma prevedibile. Abile anche nel social, diamogliene atto! Pure nelle risposte promesse e non date agli utenti del social blu di Marc Zuckerberg. E se le accuse di “bugie”, quasi fosse la reincarnazione 2.0 del burattino di Collodi, descritte nei volantini sembrano, da un lato, averlo indisposto, dall’altro, i numeri che “approvano” e “suggellano” i passaggi politici più significativi lungo gli Atti della sua gestione, sottoposti al “Sì” dell’Organo Consiliare, continuano a tenerlo al sicuro. E avanti tutta, così…
Un sorta di “Managing One-Way”, direbbero oltreoceano, spudorato (intollerabile/insopportabile) agli occhi e a dispetto di chi non ha ottenuto i numeri utili ad amministrare Ravanusa dal “podio” più alto.
Si vedono ancora troppi musi lunghi nel P. D. che, dal giugno 2013, non si sono ridotti. Con buona pace dell’opposizione su cui, oggi, grava il peso di non sapere politicamente “aggredire” (“latu sensu”) una gestione a senso unico, appunto. Lo sa bene Giacomo Vivacqua, che ingenuo e sprovveduto non è (anzi!). Trovandosi, quest’ultimo, costretto nella morsa della “solitudine”, al centro di uno schieramento opposto privo di vigore politico se non addirittura a margine di una fazione dormiente, quasi “non pervenuta”. Costretto a sprecare importanti energie, fungendo talvolta da portavoce: uno spreco vero e proprio se si pensa al terreno politico cui sarebbe capace di dimorare. E a pieno titolo. Una Sinistra orfana di quelle peculiarità che le sono proprie, che non sa “imporre” precise indicazioni alternative al modello “D’Angelo-style”. Ma Vivacqua, che la politica ha imparato a masticarla bene “la sa lunga” quanto lui seppur nello stile abbiano, i due, un temperamento assai diverso. Rispettandosi, si impongo reciprocamente, con stile, la migliore forma del “Politically Correct”. Osservandosi, senza che l’uno perda mai di vista l’altro e non mollare il ruolo di “primadonna” nelle rispettive aree di riferimento, destra e sinistra.
Non sono gli ultimi arrivati: la parentesi “Solo per Ravanusa” giova loro, oggi, come fosse la palestra sotto casa a “San Micheli”, ormai obsoleta e chiusa ma dalla quale il bancario può riprendersi qualche attrezzo impolverato per nobili strategie in nome di una buona e sana opposizione atta a controllare e denunciare gli strappi della Giunta retta da chi, di quella palestra, è stato uno dei giovani rampanti ideatori. Salvo poi dimettersi, nove mesi dopo, nonostante la carica di Vice Sindaco, lasciando al “Pretore” il compito di sedare le risse ambiziose dei giovani artefici di quel gruppo. Perché fingere? Togliamoci le fette di prosciutto dagli occhi e diciamocelo: usciti di scena gli over, non fosse altro per ragioni puramente anagrafiche dei più, uno su tutti Armando Savarino (la sola eccezione è Lillo Avarello, S.E.L.), Sindaco e Capogruppo de “Il Megafono” rappresentano le vere, poche risorse che oggi la stessa Politica locale esprime. E’ la prima volta, in assoluto, che trattando vicende comunali scrivo “Politica” con l’iniziale maiuscola (quasi non mi riconosco!).
Carmelo, forte del consenso dopo una aggressiva campagna elettorale, tra facili e scontati slogan, al di là delle concrete possibilità che le norme sugli Enti Locali gli avrebbero permesso, in termini soprattutto di risorse, è riuscito a farcela e alla fine della fiera si è dotato legittimamente della fascia tricolore guidando la Città sempre vigile ai numeri che lo reggono a Capo dell’Amministrazione. Giacomo, di contro, naviga costretto a trascinare (a fatica) la fazione opposta che non posside la sua stessa caratura, deficit palese pure ai più sprovveduti. Opposizione un pò troppo smarrita nei contenuti soprattutto nella “politica delle carte” e della burocrazia, mentre lui stesso rimane consapevole di vestire, costretto, i panni del “leader” degli oppositori, ma che gli stanno stretti. Anzi strettissimi. Sta scontando la pena, reo di non essersi misurato nelle urne con il suo unico vero antagonista, oggi alla giuda della Giunta.
Il legame anagrafico li pone a confrontarsi nei consensi, loro malgrado, lungo lo stesso perimetro familiare. Un vero peccato. Nelle cabine elettorati preferire l’uno piuttosto che l’altro non è una decisione facile, non lo sarà neanche domani. Una ragione per cui, personalmente, non invidio i parenti loro alle prese con una scelta obiettivamente dura. Se oggi provate a guardare alla scena politica, prossima futura, di Ravanusa ricordatevi di tenerli d’occhio comprese le loro mosse. Non bisogna sottovalutare o, peggio ancora, dimenticare ovviamente Vito Ciotta e Pompeo Savarino. Sarebbe un errore. Sono gli unici quattro, se vogliamo, ad essere, più o meno, politicamente strutturati. Senza far torto a nessuno, sia chiaro!.
Sono i pochi ad avere la capacità di tenersi stretto il seguito dell’elettorato che li sostiene. La differenza sta nei risultati, nella raccolta dei consensi che rimane una variabile imprescindibile e incerta (ovvio!) dettata soprattutto dalle stagioni politiche e dal mercato delle candidature nel nome di un Sindaco di “buona vetrina” da proporre. Da parte loro, nel futuro delle candidature, devono sapersi sfidare con le regole che impongono le alleanze e la crudele logica dei numeri. La competizione elettorale, è certo, ce li restituirà ancora a vario titolo dentro l’Aula “Lillo Gattuso”. Con quali ruoli e quale leadership sarà in numero dei consensi, in primo luogo, a deciderlo. E qualcosa, in questo senso, sembra già muoversi. Ma questo è un altro discorso, che per l’oggetto odierno, al momento qui non ci occupa. Ne riparleremo… senz’altro! La politica dalle nostre parti (piaccia o no!) passa principalmente da loro.
Tutto il resto è l’esercito che compone le liste dei partiti da votare.
Nessuna rissa ideologica, nessuna velleità politica, Silvio D’Auria.