Convalidato l’arresto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, al dipendente del Comune di Ravanusa accusato di avere architettato un sistema particolarmente ingegnoso finalizzato a pagamenti in contanti in luogo dei previsti versamenti per il rilascio delle carte di identità.
L’indagine dei Carabinieri si è sviluppata in un primo momento acquisendo svariati documenti ed accertando evidenti discrasie tra le carte d’identità emesse e i soldi depositati nelle casse comunali. A questo punto, i militari della Stazione di Ravanusa, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Agrigento Paola Vetro, hanno deciso di approfondire ancora di più le indagini, tanto che le risposte non sono tardate ad arrivare.
L’impiegato infedele era solito dire ai cittadini richiedenti di recarsi a fare, come previsto, il versamento sul conto corrente del Comune; ad altri però stranamente chiedeva di pagare le somme direttamente a lui in contanti. Gli investigatori hanno così piazzato microspie e telecamere nel piccolo ufficio comunale. Dopo aver registrato una serie di pagamenti illeciti, i militari hanno deciso di intervenire e dopo l’ennesima cessione di denaro, ieri mattina, sono piombati nell’ufficio: nel portafogli dell’uomo hanno infatti trovato le banconote consegnate poco prima da un ignaro cittadino. A questo punto, sono scattate le manette e l’impiegato infedele è stato accompagnato agli arresti domiciliari, con l’accusa di peculato e malversazione in danno di privati.
Per il 54enne il Gip del Tribunale di Agrigento ha altresì applicato la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per 12 mesi, prevedendone la liberazione in accoglimento della richiesta della difesa.